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Carlo Nordio a L'aria che tira: "Referendum, il Pd dopo tre voti contrari ha accettato il compromesso"

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La contraddizione del Pd sul taglio dei parlamentari è sotto gli occhi di tutti, anche quelli di Carlo Nordio ovviamente, osservatore acuto e attento. L'ex magistrato, che premette di votare "no" al referendum, punta il dito: "Il Pd aveva votato contro il taglio dei parlamentari per tre volte, poi dovendo scendere a compromessi con gli alleati di governo - precisa in collegamento con Myrta Merlino all'Aria Che Tira su La7 -, ha accettato questo pasticcio". Tra i motivi che spingono Nordio a essere contrario al cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle, anche il fatto che "se vincesse il "sì" ci troveremmo di fronte a una nuova Costituzione e il Parlamento sarebbe delegittimato". 

 

 

In sostanza non si può "mantenere per due anni un Parlamento che secondo la nuova Costituzione è composto in modo completamente diverso". Un discreto controsenso, quello evidenziato da Nordio, a cui i grillini non danno però peso. Men che meno i dem con Nicola Zingaretti troppo impegnati a tenere stretta la propria poltrona. Già, perché stando a retroscena di stampa e indiscrezioni che piovono dalle sacre stanze dalla politica, il patto M5s-Pd è chiaro e delineato da tempo: in cambio del "sì" democratico al referenudm, i grillini avallerano una riforma elettorale di stampo proporzionale. Un "sì", quello del Pd, per inciso criticato da molti esponenti della segreteria e del partito: difficile spiegare al proprio elettorato simile piroetta, dopo aver votato per ben tre volte in Parlamento contro il taglio dei parlamentari.

 

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