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Massimo Cacciari contro il Dpcm di Conte: "Assurdità inapplicabili, pensano agli stadi e mitragliano con gli allarmi"

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A ridosso dell'ultimo Dpcm con cui Giuseppe Conte non ha aggiunto nulla di nuovo, passando la patata bollente (lockdown sì, lockdown no) ai sindaci, ecco che Massimo Cacciari torna a inveire contro il governo. L'ex sindaco di Venezia, non nuovo ad attacchi all'operato giallorosso, non ne lascia passare una: "Provvedimenti e norme alla rinfusa non possono nascondere inadempienze, insufficienze e incompetenze". Per Cacciari, che verga il suo sfogo sulla Stampa, "non è decretando assurdità inapplicabili e incontrollabili che si realizzano le 3000 e passa terapie intensive in più promesse la scorsa primavera o si assumono i medici e gli infermieri mancanti o si fanno funzionare seriamente e ovunque i centri per la diagnosi del coronavirus".

Cacciari spara a zero su tutte le misure imposte dal premier per la seconda ondata: "Non è stabilendo che in uno stadio da 50.000 posti devono starci 1000 persone che si fa funzionare, meglio che durante la 'prima ondata', il rapporto tra medicina sul territorio, pronti soccorso, ospedale". Così come "non è mitragliando con proclami di allarme i viaggiatori su treni, tram e metro che a medici e infermieri viene riconosciuto non a colpi di insulsa retorica il loro straordinario impegno". 

 

 

Eppure per il filosofo il motivo di tutta questa "insistenza ossessiva normativistico-paternalistica" c'è ed è la volontà di "nascondere le responsabilità, per non discutere di ciò che si doveva fare e non si è fatto. E soprattutto di ciò che si dovrà fare e di cui ancora nulla di preciso si sa".

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