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Enrico Mentana contro Speranza e tecnici: "Lo avete deciso voi". Gli assembramenti in zona gialla? "La gente vuole solo vivere"

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Nuove regole, nuovo attacco firmato Enrico Mentana. Il direttore del Tg La7 se la prende ancora con i decisori. Il motivo? Prima allentano le regole contro il coronavirus, poi si lamentano. E così più puntuale che mai arriva il commenta di Mentana. "Ci risiamo: avendo le autorità annunciato che da oggi gran parte dell'Italia sarebbe tornata in giallo, ieri in tanti sono usciti a passeggiare in centro, in ogni comune grande o piccolo. E sono fioccate immediate le proteste e le parole d'allarme e preoccupazione per gli assembramenti e i comportamenti irresponsabili di troppi cittadini".

 

 

Da qui l'aspra critica piovuta su Facebook: "Ma insomma, cari decisori, se alleggerite le misure il segnale implicito che date è chiaro: la curva è gradualmente in miglioramento, e le regole si adeguano". Secondo il direttore del Tg La7 non ci vuole uno psicologo per spiegare che "nella percezione di tutti se la situazione non è critica di lunedì, allora non lo è neanche il pomeriggio precedente". E ancora: "Non è che il Covid stacca come un operaio a fine turno. E fare un giro nel giorno festivo con gli amici - fatti salvi mascherina, distanziamento e amuchina - non viene vissuto come un cimento più pericoloso del viaggio in treno, bus o metrò verso scuola o lavoro della mattina dopo".

 

 

D'altronde - è la conclusione - "il passaggio alle zone gialle non è stato imposto da folle vocianti e irresponsabili, ma dagli scienziati". Le persone che hanno deciso di riversarsi per le strade avevano solo "voglia di vivere". Nulla di più. Tra i primi a puntare il dito contro gli assembramenti è stato Agostino Miozzo. Il coordinatore del Cts, di fronte alle immagini del weekend, aveva ricordato che il ritorno in area gialla "non significa normalità". È necessario invece "evitare assembramenti" poiché c'è il rischio "assolutamente reale che la curva schizzi rapidamente verso numeri difficilmente gestibili. Molti si sono proiettati al ritorno alla normalità senza comprendere che il virus era, come oggi, attorno a noi".

 

 

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