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Andrea Crisanti ad Agorà: "Alcune varianti non rispondono bene al vaccino. Il nostro futuro ora dipende da due fattori"

 Andrea Crisanti

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Non è per nulla tranquillo Andrea Crisanti. I contagi crollano, cala il numero di morti e la campagna vaccinale trotta ma secondo il professore c'è poco da stare allegri: "La situazione globale è sottovalutata perché gran parte del mondo non ha ancora a disposizione i vaccini e Paesi come l'India sono incubatori di varianti e alcune di esse possono sfuggire ai vaccini", afferma in diretta da Luisella Costamagna ad Agorà, su Rai tre, nella puntata del 7 giugno. "In Inghilterra alcune varianti rispondono meno bene ai vaccini. Lì c'è un aumento del 40 per cento dei contagi", avverte Crisanti. "Siamo partiti dal sorriso ma è durato poco", commenta disarmata la conduttrice. 

 

 

"La prima dose induce già una protezione dopo quindici giorni", prosegue lo scienziato, "e via via aumenta ma questo non vale per tutte le varianti", sottolinea Crisanti. "Alcuni anticorpi monoclonali", per esempio, "non riconoscono alcune delle varianti". Insomma, "la possibilità di uscita da questa situazione dipende da due fattori: dalla durata dell'efficacia vaccinale e dalle varianti che come dicevo possono non rispondere ai vaccini" . 

 

 

Eppoi. Altro problema. "In Italia si esegue un sequenziamento a campione delle varianti su alcuni virus. Quindi", attacca Andrea Crisanti, "siamo molto indietro rispetto ad altri Paesi". In inghilterra, per esempio "si sequenzia quasi ogni singolo virus". Giustamente. E bisognerebbe farlo anche nel nostro Pese. Non solo, aggiunge il professore: "Questo è il momento di aumentare i tamponi e il tracciamento". Invece non si punta su questo.

Rispetto all'eventualità di fare tre dosi anziché tre del vaccino anti Covid, Crisanti non si sbilancia troppo: "Sul terzo richiamo bisogna vedere quanto dura la risposta immunitaria: In più si possono combinare i diversi vaccini per avere una maggiore risposta immunitaria". 

 

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