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Luca Ricolfi, la contromossa di Pd e M5s alla federazione: "Sta per nascere un fronte giustizialista"

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Gli italiani tornano a fidarsi dei partiti. No, non è grazie a Mario Draghi. Per il sociologo Luca Ricolfi il merito è da attribuire "ai tre anni di governi Cinque Stelle, che alla fine hanno aperto gli occhi un po' a tutti. Certo, Draghi ha completato l'opera, ma il grosso del lavoro pro-partiti tradizionali l'avevano fatto i disastri dei grillini, dal reddito di cittadinanza allo sprofondamento di Roma sotto il regno di Virginia Raggi". E proprio sui partiti si sofferma il politologo intervistato dal Giornale. In particolare sulla federazione che potrebbe nascere d'intesa tra Lega e Forza Italia. "Il progetto di una Federazione di tutto il centro-destra è realistico e utile, quello di un partito unico a me pare irrealistico, e un tantino autolesionistico".

 

 

Scartato dunque il desiderio di Silvio Berlusconi che all'idea avanzata da Matteo Salvini ha rilanciato con la proposta di un'unica forza politica. Magari a trazione liberale. "Non mi pare però - premette Ricolfi - che dalla fusione Lega-Forza Italia possa nascere un partito liberale di massa. La Lega di liberale ha ben poco, ed è inevitabile che un eventuale nuovo partito assomigli più alla Lega che a Fi. Semmai quel che la fusione potrebbe portare con sé è una maggiore accettazione della Lega in Europa". Comunque Giorgia Meloni si è già chiamata fuori. Un vero peccato per il sociologo che vede in Fratelli d'Italia "il centro dello schieramento conservatore". 

 

 

Al tempo stesso qualcosa si muove anche nel centrosinistra, dove per Ricolfi è più facile che "il Pd costruisca un fronte anti-destre con la sinistra più massimalista e giustizialista (dai Cinque Stelle a Leu e dintorni) che con i cespugli riformisti, come Italia Viva, Azione, +Europa". Qualcosa potrebbe succedere anche nel Movimento 5 Stelle oramai dilaniato. Vitale secondo il sociologo è la figura di Giuseppe Conte, interlocutore privilegiato dei dem. Sempre però che non si tiri indietro. Proprio in queste ore indiscrezioni affermano che l'ex premier avrebbe pensato di rinunciare alla leadership a Cinque Stelle. Complice la rottura insanabile con il garante Beppe Grillo

 

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