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Cécile Kyenge, assunta come medico di base viene contestata dall'Ordine: "Procedure non rispettate"

Claudia Osmetti
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Lei si difende («Ho accettato per dare una risposta ai cittadini»), l'Ordine dei medici insorge («Non sono state rispettate le procedure»): è polemica, a Padova, perché l'ex ministro all'Integrazione del governo Letta, la dem Cécile Kyenge Kashetu, è stata assunta come medico di base nel quartiere Torre, che peraltro da circa sei mesi è alla ricerca di un camice bianco. Premessa: qui nessuno ce l'ha con Kyenge. Che i dottori di famiglia siano sempre di meno, a causa dei pensionamenti fisiologici e di un turn-over insufficiente a coprire le nuove carenze, è un problema che Libero solleva da tempo. «Non intendiamo farne un caso personale, tra l'altro la sua non è l'unica pratica sulla quale abbiamo avanzato dei dubbi», chiarisce Domenico Crisarà, il presidente dei medici padovani. Però le regole, in genere, servono a tutelare e a garantire la gente, così come i procedimenti istituzionalizzati: «Il punto è - continua, - che la dottoressa Kyenge non ha i titoli per fare il medico di famiglia».

 

 

 

Nello specifico: si diventa medico di base dopo un corso di formazione che dura tre anni o se si è conseguita un'apposita abilitazione prima del 31 dicembre del 1994: «Lei - dice Crisarà, non ha né l'uno né l'altra». Ma allora come è possibile che, in piena pandemia, l'ex eurodeputata del Pd abbia firmato un contratto in questo senso con l'azienda sanitaria padovana? «Alla procedura ordinaria sono previste alcune eccezioni», raccontano dall'ordine di categoria: «Se nel distretto di cui si parla si conta un numero di pazienti superiore a quello che può essere assorbito dai medici già impiegati sul territorio, si può procedere con un incarico provvisorio. Lo scopo è quello di salvaguardare il diritto alla salute delle persone». Tutto a posto, dunque? No, perché Crisarà continua: «In questo caso, però, la deroga deve passare al vaglio del comitato aziendale. E non è stato fatto, tant' è che il provvedimento che ha impiegato Kyenge nell'organico dei medici di base di Torre è arrivato con un giorno di anticipo sulla riunione fissata per questa stessa assise».

Intendiamoci, di medici ce n'è sempre bisogno. In tempo di coronavirus, poi, non è neanche da ripeterselo: ce l'ha insegnato la pandemia quanto siano importanti tutti i dottori che si mettono in prima fila. «Tuttavia i sistemi di garanzia dovrebbero funzionare anche nelle emergenze. Ci stiamo semplicemente chiedendo se la sua assunzione, così come altre due che hanno seguito un iter molto simile, sia stata veramente necessaria». Cécile Kyenge svolge già, a ben vedere, un ruolo molto delicato nella sanità veneta: fa la guardia medica nella stessa provincia di Padova. «Ho accettato per assicurare continuità nel servizio e superare il disagio che s' era creato» aveva risposto lei dicendo sì, pochi giorni fa, a questa offerta di lavoro che, adesso, la porterà in ambulatorio due giorni a settimana per un anno intero.

 

 

Kyenge subentra a un collega dopo che già un'altra sostituta aveva rinunciato al posto. «La sua specializzazione è in oculistica- prosegue Crisarà, - il che va benissimo, ma non è lo stesso che avere un professionista formato nello specifico sulle questioni di Medicina generale». Infine c'è un ulteriore aspetto che, a Padova e dintorni, proprio non va giù: l'ex ministro gira con una scorta di sette uomini che la seguono come un'ombra. «Non c'è niente di male ed è assolutamente legittimo, ma sono anni che noi lamentiamo aggressioni e insulti durante le ore lavorative.

Qualche tempo fa avevamo chiesto alle autorità di essere dotati di un braccialetto gps collegato alle stazioni di polizia in modo che, qualora uno di noi venisse maltrattato, avrebbe potuto avvertire immediatamente le forze dell'ordine. Su quel fronte non è mai stato fatto nulla». Suona un po' come una frecciatina, ma il dottore specifica subito: «Ancora, non è un affondo alla dottoressa Kyenge. Non vogliamo fare strumentalizzazioni. Solo ribadire che anche le guardie mediche rischiano ogni giorno, sarebbe il caso di avere più attenzione per tutti».

 

 

 

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