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Selvaggia Lucarelli travolge Monica Cirinnà: "La cameriera strapagata? Poteva farla dormire nella cuccia del cane"

Selvaggia Lucarelli  

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Anche Selvaggia Lucarelli non può che reagire con una sarcastica alzata di sopracciglio all'autodifesa di Monica Cirinnà. La senatrice del Pd e il marito, Esterino Montino, sono stati coinvolti loro malgrado nel "giallo di Capalbio". Nella cuccia da cane presente sul terreno della loro villa, una tenuta molto estesa, sono stati ritrovati 24mila euro in banconote da 500 euro. Nascoste lì, probabilmente, da un delinquente in fuga che non è poi riuscito a recuperarle. Marito e moglie, imbarazzati e indignati dai veleni, dai sospetti e dalle ironie scoppiate in Rete, si sono difesi sul Corriere della Sera spiegando che la cuccia, costruita da Montino in persona, era in una zona appartata della proprietà, e non ci mettevano piede da tempo. 

 

 

 

 


Ma c'è un passaggio che ha colpito la Lucarelli, "illuminante da un punto di vista sociologico, di quelli da 'nuovo salariato e capitale' in salsa maremmana". Ed è la frase pronunciata dalla senatrice, affranta, sulla cameriera fuggita a gambe levate: "Ero già nei pasticci di mio, nelle ultime settimane. Nei pochi giorni di ferie, cinque per la precisione, sto facendo la lavandaia, l'ortolana, la cuoca. Tutto questo perché la nostra cameriera, strapagata e messa in regola con tutti i contributi Inps, ci ha lasciati da un momento all'altro. Volete sapere il motivo? Mi ha telefonato un pomeriggio e mi ha detto, di punto in bianco: 'Me ne vado perché mi annoio a stare da sola col cane'". 

"Ci mancava solo che lamentasse di dover fare anche il cocchiere e la carbonaia", la sfotte la Lucarelli. "Dà l’idea che la sua concezione di lavoro dipendente sia vagamente superata, sembrano parole della borghesia di altri tempi che immagina il mondo del lavoro fatto di manualità e fatica come una sorta di presepe vivente. Col ciabattino illuminato dallo stoppino acceso della lanterna a olio". E riguardo ai contributi Inps "si avverte lo stupore pure nelle virgole. È stupita di se stessa, della sua magnanimità. Poteva non pagarla e farla dormire nella cuccia col cane, su un giaciglio di banconote che, per carità, lei e il quadrupede avrebbero perfino potuto dare alle fiamme, nel caso a Capalbio l’inverno si fosse fatto rigido. E invece". Finale con fuochi d'artificio: "Il pane e le rose, la cuccia e le banconote.  Quante bizze, questo proletariato".

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