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Prato, la consigliera comunale M5s attacca il procuratore: "Succede anche questo". Tragica gaffe, rimuove tutto ma è tardi

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I Cinque Stelle re e regine indiscutibili di gaffe. Questa volta a scivolare su uno strafalcione è la consigliera comunale del Movimento Silvia La Vita. La grillina in un post su Facebook è caduta nella trappola dell'omonimia fra il procuratore Giuseppe (Concetto) Nicolosi e l’avvocato Giuseppe (Maria) Nicolosi, intervenendo nel dibattito sullo sgombero degli operai licenziati della Texprint e dei sindacalisti dei Sì Cobas. Il tutto è avvenuto sotto il profilo social del sindaco Matteo Biffoni, che a sua volta ha generato un lungo dibattito a cui ha partecipato anche l’avvocato Nicolosi, legale del primo cittadino.

 

 

Proprio in quel momento la pentastellata si è lasciata andare a un duro sfogo, non accorgendosi - almeno subito - di aver sbagliato persona. "Questa è Prato, una città fatta di poteri forti, interessi e amicizie. A Prato può succedere che il procuratore capo dott. Nicolosi (per il ruolo che ricopre, dunque, soggetto istituzionale che dovrebbe essere imparziale e sopra le parti) commenti su Facebook schierandosi dalla parte del sindaco, facendo ironia, sghignazzando, come se ci fosse qualcosa da ridere parlando di operai sfruttati".

 

 

A nulla sono serviti i tentativi di La Vita di rimuovere il commento, ormai gli utenti del web avevano già fatto circolare le foto. Più inclemente il procuratore Nicolosi che adesso - rivela La Nazione - starebbe pensando di procedere per vie legali. "Sono stanca di queste polemiche – ha replicato Silvia La Vita – Si è trattato di un errore involontario, mi era stato segnalato che si trattava del procuratore. Stavo seguendo il discorso della Texprint, erano ore concitate, sono stata ingenua io. Comunque ho rimosso subito il post, sarà rimasto lì un minuto. Trovo spiacevole che qualcuno si sia divertito a fare uno screenshot e a farlo girare nelle chat. Non capiscono che soddisfazione ci possa aver trovato questa persona. Mi dispiace per il procuratore e gli ho fatto le mie scuse private".

 

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