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Giovanni Floris, è tornato con DiMartedì e ribadisce la sua linea: "Ci vuole la razionalità"

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Giovanni Floris è tornato in tv con il suo programma DiMartedí su La7. Inevitabile non parlare del'11 settembre a vent'anni dall'attentato Alle Torri Gemelle che il giornalista raccontò come corrispondente Rai da New York. "Avevamo tre certezze: la sicurezza, il benessere economico e la libertà. Con gli attentati, anche quelli successivi in Europa, abbiamo perso la sicurezza. Con la crisi del 2008 cominciammo a comprendere che non era garantito nemmeno il benessere economico. All'inizio si reagì pensando che la libertà fosse talmente nostra che la potevamo addirittura esportare. Adesso ciascuno ha la propria interpretazione personale di libertà. Una libertà rabbiosa, proprietà privata di ognuno di noi. Una libertà che ognuno vuole imporre, anche a costo di limitare quella degli altri. Penso per esempio all'America di Trump, all'Europa dei nazionalismi, all'Italia dei no difensivi, antagonisti. Lo vediamo in questi giorni con le discussioni sul green pass", rivela in una intervista al Corriere della Sera.

 

 

 

"Ci si difende dalla scienza. La libertà mia viene vista cone alternativa a quella degli altri. I medici diventano il nemico pure se vogliono curarci. Chi la pensa diversamente entra subito nella categoria del nemico. Si ritiene che solo chiudendoci in noi stessi riusciremo a sopravvivere. Una chiusura che deriva dalla paura. Non credo che siano stati i media a ingenerare la paura. Né credo che siano i politici, che pure la cavalcano. Il problema siamo noi cittadini. La paura è naturale, se perdi sicurezza per un attacco criminale come l'11 settembre o la salute e la vita come con il Covid. Ed è utile perché ti spinge a reagire. Il punto è come reagiamo?. Il timore è che stiamo scegliendo la soluzione sbagliata. Preferiamo mandare in Parlamento chi ha le nostre stesse paure invece di chi promette di provare a risolverle. Non cerchiamo rappresentanza ma empatia", specifica Floris.

 

 

 

"Io credo che nel caos si debba trovare la lucidità di non farsi trascinare. La nostra linea editoriale quest' anno sarà proprio questa. Seguire il confronto tra i due schieramenti, trasversali alle fazioni politiche: chi vuole consegnare il Paese nelle mani della paura e chi vuole uscirne. E in quanto giornalista cercherò sempre, nel caos, di fare appello alla razionalità. La lezione che imparai quell'11 settembre", conclude Floris.

 

 

 

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