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Non è l'arena, Vittorio Sgarbi e le molestie a Greta Beccaglia: "Perché è colpa di Roberto Benigni"

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A Non è l'arena si parla ancora di Greta Beccaglia, la giovane giornalista di Toscana Tv palpeggiata in diretta da un paio di tifosi fuori dallo stadio di Empoli. La ragazza è in studio a La7 e ribadisce le accuse, sottolineando alcuni agghiaccianti dettagli sul clima di intimidazione sessuale a cui è stata sottoposta in quei due minuti di collegamento. 

 

 

 

 

"Un livello culturale becero, siamo rimasti agli anni 50", sottolinea Giletti. Vittorio Sgarbi, a proposito di clima culturale, punta il dito contro Roberto Benigni, icona della sinistra che della trasgressione verbale e fisica faceva la sua cifra stilistica agli inizi della carriera. "Vi ricordate quella sua frase 'Passerottina? Fammela vedere'. Era il 1991. Ha aggredito Raffaella Carrà, l'avranno fatto spontaneamente? L'ha mostrata come un oggetto, le ha detto pat***a, fi***a, l'ha toccata in qualunque parte e tutti a ridere. Se tu mandi un falso comico che diventa un modello per gli italiani è chiaro che questi idioti sono allievi di Benigni".

 

 

 

 

"Condanniamo Benigni - prosegue Sgarbi, agguerritissimo -, condanniamo quello sketch con la povera morta Carrà, di fronte a una azione molto insistente di almeno un quarto d'ora di insulti e palpeggiamenti. Quella cultura è la cultura di quei ragazzi, però Benigni è intoccabile, tutto qua. Nel 1991 c'era un'altra sensibilità. Mia madre avrebbe inseguito quegli idioti dandogli dei calci". 

 

 

 

 

"Sono stato attaccata anche su questo, mi hanno definito donna senza carattere - spiega la Beccaglia -. Io ho deciso di rispondere con educazione, per me la frase 'Non puoi fare questo' è una frase molto importante, io ero lì per lavorare".

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