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Omicron e Covid, Pierpaolo Sileri: "Più contagi? Cambiare le regole". Poi l'affondo contro i "folli" del Green pass

Pierpaolo Sileri

Alessandro Gonzato
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È stato il Natale della caccia al tampone.
«In molti casi del tutto irrazionale».

Troppi asintomatici in coda?
«Ho visto file mostruose. Il tampone dev' essere fatto con logica e su consiglio del medico. Se vengo a cena con lei e il giorno dopo mi dice che è positivo non ha senso che corra in farmacia o che mi faccia subito il test a casa. È inutile anche due giorni dopo, bisogna aspettare il periodo d'incubazione del virus. L'unica cosa da fare è mettersi in autoisolamento: i tamponi, fatti così, a caso, danno false sicurezze. E poi non possiamo portare via un tampone a chi ne ha veramente bisogno».

Matteo Salvini è tornato a chiederne il prezzo calmierato.
«Lo dico da tempo che il costo va abbassato, e per certe categorie devono essere gratis». Il senatore Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, chirurgo e accademico, parla chiaro e rifugge i tecnicismi.


Professore: Fabrizio Pregliasco, componente del Comitato tecnico-scientifico della Lombardia, ha previsto per il 15-20 gennaio 100 mila nuove infezioni al giorno in Italia.
«Credo che ci arriveremo molto prima considerando la contagiosità della variante Omicron».

Già oggi che sono 40-50 mila abbiamo un milione e mezzo di persone in isolamento, la stragrande maggioranza solo perché ha avuto contatti potenzialmente rischiosi con positivi. L'infettivologo Matteo Bassetti propone di cambiare le regole della quarantena: è d'accordo?
«No, per ora rimarrei con queste, almeno fino a quando non conosceremo meglio la nuova variante. I vaccinati, comunque, hanno già una quarantena più breve, 7 giorni anziché 10».

Quando avremo 3 milioni di persone in isolamento per una settimana però il Paese si bloccherà di nuovo...
«Il rischio c'è, infatti penso che dovrà essere rivisto il sistema lavorativo».

Come?
«Penso che sia inevitabile un parziale ritorno allo smart working. Se in redazione avete 1-2 positivi è chiaro che altre 5-6 persone finiscono in isolamento. Non vedo alternative per le aziende. Il vero problema sarà negli ospedali, dove il lavoro non può essere a distanza: nel Regno Unito ci sono già 50 mila medici, infermieri e dipendenti in quarantena».

Qual è la soluzione?
«Dobbiamo conoscere maggiormente Omicron, avere la conferma della minor letalità, del fatto che è meno aggressiva. Solo allora, eventualmente, potremo prendere decisioni. I dati sulla variante sono fondamentali anche per capire a che punto è la pandemia, se il virus, perdendo forza, si sta trasformando in un'influenza stagionale per la quale ogni anno dobbiamo sottoporci a un richiamo. Se ricorda lo dissi già un anno fa in un'altra intervista a Libero: il virus potrebbe spegnersi da solo».

Oggi è più simile a quello influenzale, per quanto pericoloso, o al Covid di febbraio 2020?
«È molto diverso rispetto a quello che abbiamo conosciuto due anni fa. Purtroppo provoca ancora morti, ma è un'altra cosa paragonato alla variante Delta. Però attenzione: non commettiamo un errore imperdonabile...».

Quale?
«Quello di dire "Omicron è meno pericolosa, che mi vaccino a fare?". È una stupidaggine: Omicron è meno pericolosa in parte perché il virus probabilmente è diventato meno cattivo, ma sicuramente perché c'è il vaccino, e soprattutto chi ha ricevuto la terza dose ha una buona protezione».

Ecco: la terza dose. Ancor prima di iniziarla c'è stato chi tra gli esperti del governo ha parlato della quarta. Non c'è il pericolo di far confusione e trasmettere sfiducia?
«Sono d'accordo: parlare di quarta dose è stato prematuro e sbagliato. Inoltre fosse per me utilizzerei il termine "richiamo"».

Il governo punta all'obbligo vaccinale?
«Sono contrario, almeno per adesso. Di quanto si abbasserebbe la percentuale dei no-vax? In più per le categorie maggiormente esposte l'obbligo c'è già».

Il contagio corre anche tra i bambini: per il governo il ritorno alla didattica da casa sarebbe una sconfitta. A vincere sarebbero i no-vax.
«Non penso che torneremo in Dad. Però avremo un numero importante di contagi».

Quindi il rischio che sempre più classi finiscano in quarantena è concreto.
«Faremo più tamponi a campione».

L'Oms, che in passato di castronerie ne ha dette, oggi ribadisce una cosa che ci pare sacrosanta: bisogna investire sulla ventilazione dei luoghi chiusi. Giorgia Meloni ha chiesto al governo di svegliarsi.
«È un tema fondamentale, ma l'aerazione meccanica è più facile a dirsi che a farsi. I sistemi cambiano da struttura a struttura a seconda delle dimensioni e delle caratteristiche. È un'operazione molto complessa su larga scala».

È ricominciato il tiro alla Lombardia: troppi contagiati, dicono i nemici della Lega edel governatore Attilio Fontana.
«Ne parla con una persona che la Lombardia l'ha sempre difesa a spada tratta, fin dal primo giorno. Mi sembra evidente che più tamponi fai e più positivi trovi, e la Lombardia ne fa tantissimi. Che poi: quanti abitanti ha la Lombardia? Che mobilità c'è?».

Corsa al tampone a parte, c'è altro che l'ha colpita negli ultimi giorni?
«La follia di chi per ottenere il Green pass cerca persone contagiate che lo infettino. Siamo all'impazzimento. E comunque occhio, perché anche Omicron ti manda in terapia intensiva...». 

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