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Ucraina, l'ex comandante di Gladio: "Il problema di questa guerra è Zelensky, perché sto con il Cremlino"

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"Questa volta sto più con Putin che con Zelensky". Parola del generale Paolo Inzerilli, Capo di Stato maggiore del Sismi per 12 anni e soprattutto comandante di Gladio, la strutture militare "parallela" e segreta nata nel progetto Stay-behind americano per contrastare una possibile invasione russa in Italia durante la Guerra fredda. "Credo che nessuno possa avere dubbi sul mio sentimento anti-russo -, esordisce con buona dose di auto-ironia nella intervista concessa all'agenzia Adnkronos -. Io ho due pallini, la storia e la geografia, ma in genere la gente evita di ricordare ciò che è successo nel passato. La Russia, fin da quando era zarista, è sempre stato un Paese a disagio perché si è sempre sentita circondata, in qualche modo bloccata, sentivano di non avere libertà di movimento. Con l'Unione Sovietica era lo stesso, perché è stata creata la Nato contro l'eventuale espansionismo sovietico. La situazione, dunque, si è tramandata. Tutto quello che sta succedendo adesso, perciò, è sempre dovuto al fatto che la Russia, non più Unione Sovietica, ha paura, si sente circondata da Paesi ostili. E il presidente dell'Ucraina, Zelensky, a mio parere fa una dimostrazione di forza quando in effetti tutto quello che la Russia ha chiesto è la dichiarazione ufficiale di non ingresso dell'Ucraina nella Nato e la demilitarizzazione del Paese. Ecco, non mi sembrano richieste assurde, ma Zelensky non ne vuole sapere". Ecco perché, sintetizza, "per quel che mi riguarda oggi il problema di questa guerra si chiama Zelensky".

 

 

 

 


L'assurdità, sottolinea il generale Inzerilli, sta altrove: "Un paio di settimane fa si è riunito il Consiglio atlantico della Nato, e i mass media, riportando una dichiarazione del segretario generale Stoltenberg fatta prima della riunione, hanno scritto 'Stoltenberg gela l'Ucraina', nel senso che secondo il segretario generale non c'era in agenda nessun argomento che riguardasse l'ingresso dell'Ucraina nella Nato. È dunque Zelensky che vuol far vedere di essere in gamba, bravo, super indipendente, costi quel che costi, il che per un Capo di Stato mi sembra leggermente folle. Ma se gliel'hanno detto ufficialmente che al momento non se ne parla, perché non se n'è stato buono e tranquillo, senza agitarsi, invece di fare scoppiare questo caos? L'esercito russo contro quello ucraino… viene da ridere".

 

 

 

 


Per l'ex capo di Gladio, però, c'è un altro punto importante: "Prima che iniziasse il conflitto, gli Stati Uniti dissero che se la Russia avesse invaso l'Ucraina, loro, come Stati Uniti e non come Nato, sarebbero intervenuti per difenderla. Poi hanno cambiato le dichiarazioni, cominciando a parlare di invio di aiuti, che significa quattrini, ed è ben diverso. Ecco perché valutando la situazione attuale mi sento più russo che ucraino, perché penso sempre che il compito di un presidente di un Paese è prima di tutto quello di salvare la pelle dei cittadini e non di compiere gesti di forza per una libertà che in pratica esiste e che invece secondo Zelensky non esiste". L'obiettivo finale di Putin, conclude il generale Inzerilli, è chiaro: "Vuole solo fare in modo di non avere i Paesi Nato al confine. Se l'Ucraina entrasse nella Nato significherebbe avere i missili a 180 chilometri da Mosca, e onestamente voglio vedere chi ha qualcosa da protestare. Non dico a cannonate, ma coi missili di oggi 180 chilometri sono una distanza ridicola".

 

 

 

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