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Marco Carnelos, "che si fott*** gli europei". La registrazione ignorata, parla ll'ambasciatore: "Le colpe della Nato dietro alla guerra"

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Marco Carnelos, ex consigliere dei presidenti Prodi e Berlusconi, ex ambasciatore in Iraq ed ex inviato speciale per la Siria, in una intervista a Dagospia dice la sua sul conflitto in Ucraina e mette sotto accusa certe posizioni della Nato. “L’allargamento a est dell'Alleanza Atlantica è il peccato originale che ha alimentato una tensione crescente tra Russia e Occidente.  È una questione controversa e non così scontata come viene raccontata. Furono fatte alcune promesse verbali e ci sono anche alcuni documenti, prodotti da riunioni di alto livello, in cui si evidenzia come l’assunzione che c’era in quel momento storico fosse che la Nato non sarebbe andata oltre il confine della Germania, riunificata a ottobre 1990. Senza contare che ora sull'Ucraina da tempo si conoscono i mal di pancia a Mosca per la cacciata del presidente filorusso Yanukovich. Gli storici un giorno diranno se quella del 2014 fu una rivolta popolare o un colpo di stato. Quel che è certo, è che ci sono le registrazioni portate dai russi dell’Assistance Secretary of State americana, Victoria Nuland, che davanti alle perplessità degli europei per la rivolta a Kiev diceva: 'Che si fottano gli europei'", rivela Carnelos.

 

Carnelos fa anche i nomi di chi volle questo allargamento. "Fu l'allora segretario di stato americano, James Baker. La sua promessa fu: 'non un centimetro più a est. Dopodiché la storia è evoluta. Il Patto di Varsavia, l’alleanza militare che si contrapponeva alla Nato, nel 1991 s’è sciolto. Da quel momento Putin ha fatto presente in più di un’occasione: 'Ma senza il Patto di Varsavia contro chi allargate a est la Nato? Quando nel 2013-2014 è emersa la volontà di Kiev di entrare nell’Unione europea, la Russia ha posto più di un problema. Ad esempio, l’Ucraina era legata alla Russia e al Kazakhistan da un accordo doganale, che prevedeva libera circolazione delle merci. Se l’Ucraina fosse entrata nell’Ue automaticamente dal confine ucraino sarebbero entrate merci nel mercato russo senza dazi né controlli, con un enorme danno economico per il Cremlino. E questo aspetto fu ignorato e furono minimizzate le riserve di Putin. Non voler capire che l’allargamento a est della Nato creava un problema alla Russia", ammette il diplomatico dando le colpe all'Europa.

 

 

Carnelos parla anche delle insinuazioni europee su Putin sul fatto che abbia perso il senno: "È un tipico atteggiamento occidentale: chi non la pensa in un determinato modo, o ha altre categorie mentali, viene marchiato. L’eccezionalismo americano non contempla una diversità. È un riflesso culturale, che manca di empatia cognitiva: l’incapacità di mettersi nei panni degli altri. E poi ci sono schematismi tipicamente occidentali, fondati su valori diversi: Quello è un dittatore, in quel paese manca la libertà, o cose del genere. Non credo che Putin sia pazzo. Le sue prese di posizione pubbliche mi sembrano coerenti, benché a tratti inaccettabili. Denotava problemi psichiatrici più seri Donald Trump, se vogliamo...", afferma Carnelos. 

 

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