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Ramzan Kadyrov "poco gradito a Putin". Cremlino, filtrano notizie sconvolgenti sul "macellaio ceceno". Lo fanno fuori?

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Negli ultimi giorni si è fatto un gran parlare di Ramzan Kadyrov, il leader ceceno che si era localizzato a Kiev e aveva minacciato direttamente il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Ieri è apparso nella sua capitale, dove ha ricevuto la visita di Nikolai Patrushev, segretario del consiglio di sicurezza russo: quindi il suo potrebbe essere stato un grande bluff, oppure a Kiev c’è stato davvero ma in una data diversa.

 

 

Il sospetto è che le sue azioni possano far parte di mera propaganda, anche se le “sortite” del leader ceceno pare che non siano sempre gradite da Vladimir Putin. Anzi, secondo l’esperto Kamil Galeev il recente attivismo pubblico di Kadyrov avrebbe infastidito i suoi committenti russi, che però hanno bisogno dei suoi soldati, soprattutto per svolgere il ruolo di “guardiani”. Lo scrive il Corriere della Sera, secondo cui i quasi diecimila ceceni schierati in Ucraina sono utili per integrare un dispositivo a corto di elementi.

 

 

“Esiste la possibilità che i miliziani si trasformino in ‘compagnie di disciplina’ - si legge sul Corriere della Sera - per rimettere nei ranghi elementi fragili e disertori. È una semplice ipotesi. Magari enfatizzata dagli episodi dove i militari hanno abbandonato i loro mezzi senza sparare un colpo. Oppure gonfiata dalla propaganda di guerra. Che ha coinvolto anche gli uomini di Kadyrov: si è scritto che i suoi ufficiali, alla vigilia, avrebbero espresso dubbi sulle motivazioni di alcuni reparti, poco propensi a tirare sul nemico. E la notizia della visita (vera o falsa) in Ucraina potrebbe rappresentare un'azione per galvanizzare le unità dopo l'uccisione di molti seguaci”.

 

 

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