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Papa Francesco non riesce a dire Vladimir Putin: "Qualche potente nazionalista e distruttivo..."

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Papa Francesco fa sentire la sua voce. Il Pontefice, seppur senza mai citarlo, lancia un chiaro messaggio a Vladimir Putin. Il destinatario, ascoltando le parole pronunciate durante la visita a Malta, sembra palese. "Mentre ancora una volta qualche potente, tristemente rinchiuso nelle anacronistiche pretese di interessi nazionalisti, provoca e fomenta conflitti - esordisce -, la gente comune avverte il bisogno di costruire un futuro che, o sarà insieme, o non sarà". Ma c'è di più, perché il capo della Santa Sede tira in ballo anche il rischio nucleare, più volte citato da Mosca nelle minacce all'Ucraina. 

 

 

"Pensavamo - prosegue al vetriolo - che invasioni di altri Paesi, brutali combattimenti e minacce atomiche fossero ricordi oscuri di un passato lontano. Ma il vento gelido della guerra, che porta solo morte, distruzione e odio, si è abbattuto con prepotenza sulla vita di tanti e sulle giornate di tutti". A La Valletta Bergoglio evoca una "misura umana", perché ci troviamo di fronte a "un’aggressività infantile e distruttiva". Di fronte - e qui l'invettiva contro la Russia diventa più chiara che mai - a "una 'guerra fredda allargata che può soffocare la vita di interi popoli e generazioni!".

 

 

Ecco allora che torna a prendersela con il presidente russo, definendo, il suo, "un infantilismo che non è ancora sparito". Anzi, "riemerge prepotentemente nelle seduzioni dell’autocrazia, nei nuovi imperialismi, nell’aggressività diffusa, nell’incapacità di gettare ponti e di partire dai più poveri". Infine, il Papa ribadisce la sua netta contrarietà al rifornimento di armi: "La guerra si è preparata da tempo con grandi investimenti e commerci di armi. Ed è triste vedere come l’entusiasmo per la pace, sorto dopo la seconda guerra mondiale, si sia negli ultimi decenni affievolito, così come il cammino della comunità internazionale, con pochi potenti che vanno avanti per conto proprio, alla ricerca di spazi e zone d’influenza". Un chiaro messaggio quello del Pontefice che, nonostante le polemiche, ha preferito non fare il nome dello zar. Nulla di nuovo, anche i suoi predecessori in situazioni hanno sempre evitato attacchi diretti. Il motivo? Si evitano inutili escalation.

 

 

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