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Lucia Annunziata: "Putin in Ucraina come gli Stati Uniti in Iraq. Cosa c'è dietro Bucha"

 Lucia Annunziata

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Lucia Annunziata parte dalle stragi di Bucha e Kramatorsk, dagli "uomini abbattuti mentre passavano in bicicletta, a piedi", "non c'era nessuna ragione per ucciderli". Ma "la drammaticità degli eccidi è proprio questa. La loro gratuità. I civili si uccidono perché la totale gratuità e inutilità della loro morte, è esattamente quello a cui gli eccidi devono portarci: farci passare il confine, la linea rossa della vita umana", scrive nel suo editoriale pubblicato su La Stampa. E attenzione, perché "anche dopo la fatidica data del Muro caduto nel 1989, non abbiamo trovato mai una pace vera". Osserva la giornalista e conduttrice di Mezz'ora in più su Rai 3, "in tre decenni da quella data la 'razionalità' dei due blocchi in cui il mondo si divideva è esplosa in una miriade di conflitti, quasi senza soluzione di continuità, fino ad oggi". 

 

 

Quindi ricorda che "la ex Jugoslavia si fa a brandelli con le Guerre nei Balcani, che iniziano esattamente nel 1991 e terminano con un solo spazio di tre anni, nel 2001: Slovenia, Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Kosovo e Macedonia". Le ricordiamo "per la vicinanza, per le stragi di civili che le hanno caratterizzate, e, infine, per la nostra partecipazione alla missione Nato per fermare la 'pulizia etnica' in corso, con i bombardamenti del 1999 sulle città di Belgrado in Serbia e di Pristina in Kosovo". 

E ancora, la prima guerra tra Russia e Cecenia con il bombardamento nel '95 di Grozny, "distrutta dai cannoni Russi, come oggi molte città Ucraine. C'è una seconda fase di guerra fra il 1999 e il 2009, risolta da Putin con una vittoria russa, frutto di una 'operazione antiterrorismo'". Eppoi ci sono le "nuove guerre", due in Iraq, Siria, Afghanistan, "quest'ultima decisiva nel 1989, aiutata dagli Usa, per la messa in crisi della ex Urss, Conclusasi nel 2021 con un fallimento, il ritiro rovinoso degli stessi Usa che l'avevano sostenuta". "In molte di queste, il blocco occidentale a guida Americana è intervenuto direttamente", spiega la Annuziata.

 

 

Un caso famoso di "questo intervento diretto" è la seconda guerra in Iraq che "rivelò una debolezza strategica degli Usa". Oggi gli scopi delle nuove guerre "hanno a che fare con la politica dell'identità, ovvero la rivendicazione del potere sulla base di una particolare identità, sia essa nazionale, religiosa, linguistica o di clan". E conclude, "nonostante le novità, le date recenti, e le differenze, una cosa rimane imperitura nel tempo e nei modi della guerra: il massacro dei civili" sempre "funzionali a portare il conflitto in una nuova fase. La più pericolosa". E "qui è dove ci troviamo oggi in Ucraina".

 

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