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Covid, così la cravatta aumenta il contagio: allarme-Pregliasco, "perché non va indossata"

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Dopo le mascherine, il distanziamento e i gel disinfettanti, ecco che Fabrizio Pregliasco introduce un nuovo consiglio per evitare il Covid: niente cravatte. Proprio così, il virologo  dell'università Statale di Milano spiega che oggi non indossa più l'accessorio. "Non la porto e c’è un motivo - premette intervistato dai microfoni di Rai Radio1 a Un Giorno da Pecora - la cravatta raccoglie germi ed è vettore di possibili infezioni, in luoghi come gli ospedali in questo periodo non andrebbe usata. E poi la cravatta appartiene a uno stile vecchio, ormai superato". 

 

 

L'esperto ha anche lanciato un monito sui dispositivi di protezione individuale, che sono obbligatori solo al chiuso. Per lui "dobbiamo passare dall'obbligo alla responsabilità. La mascherina dovrà rimanere un aiuto, come gli occhiali da sole, da usare al bisogno in particolare per le persone fragili o se stiamo vicino a persone fragili". La pandemia, secondo il direttore del Galeazzi, "non è ancora finita" e il virus "probabilmente diventerà endemico con un andamento ciclico, seguendo le stagioni, come le onde di un sasso lanciato in uno stagno, digradanti. Salvo l’insorgenza di nuove varianti".

 

 

Proprio in questo senso, "la variante Xe, appena individuata in Gran Bretagna, ma ancora con poche migliaia di casi, ci dice che è una variante ancora più contagiosa del 10% della già contagiosissima Omicron, però non pare avere caratteristiche diverse. Vedremo se prevarrà dal punto di vista epidemiologico". Insomma per Pregliasco un "nuovo rigurgito di casi" è assicurato. Il timore è strettamente legato alla possibilità che emerga "una nuova variante fuori controllo".

 

 

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