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Anna Soroka, agghiacciante accusa del vice-ministro di Lugansk: "Forse i satelliti americani..."

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La strategia dei russi? Semplice: negare, negare, negare. Si pensi alla prima invasione della Crimea ad opera dei cosiddetti "omini verdi", nel 2014: truppe al soldo di Vladimir Putin ma senza mostrine. E così lo zar aveva sempre negato le responsabilità dell'attacco, così come ha sempre negato ingerenze nel voto negli Stati Uniti in cui Donald Trump la spuntò su Hillary Clinton (nonostante le numerose conferme da organi imparziali a stelle e strisce).

 

E una perfetta incarnazione di questa strategia emerge dalle parole di Anna Soroka, vice-ministro degli Esteri dell'autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk, nel Donbass, intervistata a Controcorrente - la trasmissione condotta da Veronica Gentili su Rete 4 - lunedì 18 aprile. La Sorokva premette: "Il conflitto in Donbass è in corso da otto anni e sono stati commessi crimini di guerra terribili, gli ucraini hanno creato condizioni in cui è impossibile sopravvivere", premette.

 

 

Dunque, respinge le accuse mosse ai russi, aggiungendo che senza gli aiuti umanitari offerti dal suo Paese nel 2014 ci sarebbero stati quattro milioni di morti in due settimane. Ma il peggio lo dà sull'eccidio di Bucha: "Non immagino che i russi possano fare questo", taglia corto la Soroka. Insomma, nega le responsabilità delle forze di Mosca. E quando le fanno notare che le immagini satellitari già mostravano i cadaveri a terra durante l'occupazione, lei risponde: "Perché se i satelliti americani hanno scattato quelle foto non sono state pubblicate subito?". Negare sempre. Sbandierare i complotti. Stile-Putin...

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