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Lucio Caracciolo, Italia travolta dalla guerra di Biden: "Siamo fritti, se per caso un sottomarino russo nel Mediterraneo..."

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L'Italia si è messa a completa disposizione della Nato. Anzi, degli Stati Uniti. Non sapendo, però, a cosa potremo andare incontro. Innanzitutto, perché nella guerra in Ucraina non si è ancora capito cosa significhi "vittoria", e soprattutto per chi. Lucio Caracciolo, sulla Stampa, punta il dito contro il presidente americano Joe Biden. "Ha deciso che la guerra contro una superpotenza atomica si combatte per procura. E dissimulando il proprio limitato impegno diretto". Il risultato è che le prime vittime sono proprio gli ucraini. Visto che in caso di conflitto prolungato, "non è illogico immaginare che la solidarietà atlantica si allenterebbe, scoprendo le faglie sotterranee oggi coperte dalle sanzioni. Giustamente gli ucraini si sentirebbero traditi". 

 

 

 

 

Per noi italiani, prosegue il direttore di Limes, tutt'altro che ottimista, "molto sembra volgere al peggio. Abbiamo un nemico bellicoso, incattivito e imprevedibile non lontano dalle nostre frontiere orientali (Ucraina) e prossimo alle meridionali (Cirenaica). In sede atlantica non abbiamo quasi voce in capitolo", visto che la Nato ci considera a sua totale disposizione. "Non solo - sottolinea Caracciolo -, la Nato si concentra sul fronte baltico e sguarnisce il Mediterraneo. Sarebbe l’occasione di assumere le nostre responsabilità nella protezione del vitale spazio marittimo".

 

 

 

Per la quale, però, "non abbiamo i mezzi, finché non decideremo di dotarcene. Se i colli di bottiglia da cui si governa il mare di casa venissero chiusi da potenze nemiche noi saremmo fritti. Si può immaginare un Paese senza quasi materie prime e con una forte vocazione all’esportazione accettare il blocco delle linee di comunicazione con gli oceani? E se per caso un sottomarino russo inciampasse negli strategici cavi Internet che corrono sotto lo Stretto di Sicilia, a noi non importerebbe?".

 

 

 

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