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Otto e Mezzo, Marco Travaglio: "Il tornaconto di Joe Biden". Terza guerra mondiale, l'affondo contro gli Usa

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A Otto e Mezzo si parla della guerra in Ucraina, una guerra la cui fine non sembra essere imminente. Affatto. E a dire la sua, con accenti molto critici contro Joe Biden, Europa e Italia, ecco in collegamento Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, che oggi nel suo fondo ha scritto che "Biden e i suoi camerieri stanno facendo di tutto per trasformare questa guerra nella terza guerra mondiale".

 

Lilli Gruber, conduttrice della trasmissione de La7, ricorda queste parole e chiede a Travaglio: "E oggi Putin ha fatto minacce molto pesanti contro chi interferirà in Ucraina. Come dovremmo reagire?". "Noi italiani non contiamo niente, qualsiasi reazione conterebbe poco. Come europei dovremmo prendere atto che l'escalation porterà a una guerra lunga che favorirà Vladimir Putin, che sta inesorabilmente avanzando verso Donbass e Transnistria", premette il direttore.

 

Per Travaglio serve un compromesso "che tenga conto della situazione sul campo. Bisogna prendere atto che questa guerra è cambiata - riprende -. Non possiamo vivere nel giorno della marmotta e ripetere tutti i giorni che c'è un aggressore e un aggredito, lo sappiamo tutti. Ma non serve in questo momento. In questo momento serve domandarsi come finisce e come farla finire il più presto possibile. Che finisca tardi conviene anche agli Stati Uniti che continuano a dire con un certo compiacimento che la guerra durerà a lungo", sottolinea Travaglio puntando dito contro Biden.

Clicca qui per vedere l'intervento di Travaglio a Otto e Mezzo

"Sono sempre stato contrario all'invio delle armi, perché ritenevo che così si sarebbe allungata la guerra. Ma inizialmente erano armi di difesa. Ora si proclama, Boris Johnson in primo, che sono armi di attacco, per colpire la Russia nei suoi territori. E la nostra Costituzione ci vieta di partecipare a guerre per risolvere controversie internazionali...", conclude Travaglio con un chiaro appello a Mario Draghi, ovvero sottrarsi a quella che definisce "la seconda parte di questa guerra".

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