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Ruby si ribella ai pm: schiava sessuale di Berlusconi? “Vi dico cosa faccio davvero"

Brunella Bolloli
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Karima El Mahroug aveva scelto la via del silenzio: dopo anni sotto i riflettori, additata come una poco di buono e inseguita dalle procure, la ragazza che si faceva chiamare Ruby Rubacuori, aveva deciso di non esporsi più. Diventata mamma di una bambina, Sofia Aida, per un certo periodo Karima è fuggita in Messico, poi è tornata in Italia e ha aperto un ristorante: altro look, altre abitudini, altre priorità; qualche foto sui social, come quella di lei in bikini che gioca con la figlia sulla spiaggia, un pomeriggio di shopping a Milano immortalato dal paparazzo di turno, un selfie con un amico. Cose normali, se non fosse che la vicenda giudiziaria in cui Karima è coinvolta, anzi per i pm di Milano attrice protagonista insieme a Silvio Berlusconi, non è affatto conclusa e ogni volta che torna fa rumore.

 

 

PERICOLOSA
Mercoledì il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il sostituto Luca Gaglio hanno chiesto ai giudici della settima sezione del tribunale milanese che la marocchina venga condannata a 5 annidi reclusione, l'ex premier a 6, insieme ad altri 26 imputati. L'ormai ex Ruby deve rispondere di corruzione e falsa testimonianza. Ma su di lei i pm non sono andati leggeri. Nella requisitoria finale, rilanciata da tutte le agenzie, l'hanno descritta come una mantide, una giovane inaffidabile, una neodiciottenne che «sembrava essere diventata miliardaria da un giorno all'altro» da quanto spendeva: banconote da 500 euro, mai tagli più piccoli, si scandalizza il pm, poi ai mezzi pubblici Karima ovviamente preferiva i taxi o i macchinoni con autista, in modo da essere scorrazzata su e giù da Milano a Genova, facendo sosta magari in hotel da 1.400 euro a notte dove consumava fiumi di champagne e organizzare costosissimi compleanni. Poi vacanze alle Maldive, lusso, disponibilità elevata per una che, si era appurato, non è nipote di nababbi. Nella prima parte della requisitoria, il 18 maggio, la pm Siciliano era stata ancora più esplicita su Ruby e sulle ragazze coinvolte nel processo. Le aveva definite «schiave sessuali a pagamento» al servizio del «sultano Berlusconi» che, povero vecchio, temendo di essere alla fine voleva concludere serenamente la sua esistenza, circondato da questo gruppo di «odalische».

 

 

VENDETTA
In aggiunta, mercoledì il pm Gaglio ha paragonato la figura della El Mahroug a quella della moglie di Mario Chiesa, l'ex presidente del Pio Albergo Trivulzio che fu arrestato il 17 marzo 1992 dando il via alla stagione di Tangentopoli. Karima, come la consorte di Chiesa dopo che ha scoperto il tradimento del marito, si presenta in procura e «va a vuotare il sacco» raccontando ai magistrati dei soldi nascosti in Svizzera. Insomma, la trentenne marocchina sarebbe pure un po' infame. Così, lei che avrebbe preferito aspettare il verdetto in silenzio, ieri ha fatto diramare dal suo legale, Paola Boccardi, una nota all'Ansa. «Sono stanca di dover combattere contro una rappresentazione di me che non ha nulla a che vedere con quanto realmente sono», dice lo sfogo. «Sono molto turbata dalla descrizione che ancora una volta viene fatta della mia persona, da parte di chi non mi ha mai neppure conosciuta. La Ruby descritta in aula è molto lontana da Karima, la persona che sono sempre stata e la donna che sono oggi e la mia vita non ha nulla a che vedere con quella descritta dall'accusa nel processo». La sentenza è prevista prima dell'autunno, ma è scontro politico sulle toghe. Per il centrodestra mai come ora serve il referendum, Forza Italia fa quadrato attorno al leader e parla di accanimento da una parte della magistratura, di vendetta dei pm, di «agonismo ai limiti della questione personale contro il Cav». I 5Stelle provano a replicare, del resto loro sono manettari a fasi alterne.

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