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Dmitry Medvedev "terrorizzato da Vladimir Putin": il retroscena che filtra dal Cremlino

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Da inizio guerra le sparate del fu pacifista Dmitry Medvedev sono tante. L'ultima ha visto l'ex presidente russo definire Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Mario Draghi "mangia rane, salsicce e spaghetti". Eppure non c'è da stupirsi. Chi al suo posto (braccio destro di Vladimir Putin) non se ne uscirebbe con frasi del genere? Secondo Italia Oggi tutto sta nella paura. Medvedev "balla sui carboni ardenti". 

 

 

Sono infatti lontani i tempi in cui il vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa sognava un paese aperto alla vita, alla libertà occidentale e alla stampa aperta. Il suo programma pareva quasi la fotocopia di quello statunitense: una Russia comunista sì, ma dalle frontiere aperte. Ora però dal gioco non può uscire. Ha fatto il Presidente russo al posto di Putin per dargli il tempo di tornare al vertice e salvare le apparenze. Anche in quel caso il falco ha continuato a dare del Voi a Putin, che al contrario gli ha sempre dato del tu. Un rapporto, quello tra i due, che ha permesso a Medvedev di rientrare come Primo ministro. 

 

 

Poi quell'incrinatura con il presidente russo a causa - si legge - di alcune riforme non fatte. Così, per evitare ripercussioni, al Medvedev non resta che mostrare a Putin da che parte sta. E come farlo se non sparando a zero su quell'Occidente che sta mettendo i bastoni tra le ruote nell'invasione dell'Ucraina? D'altronde non sono nuove le purghe del Cremlino, che portano i fedelissimi a temere il peggio. Forse più degli altri. E Medvedev lo sa bene. 

 

 

 

 

 

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