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Matteo Bassetti promuove Meloni: "Tutti gli errori di Speranza"

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Giusto cambiare registro. Matteo Bassetti promuove le prime mosse del governo di Giorgia Meloni sulla pandemia, con il neo-ministro della Salute Orazio Schillaci che ha annunciato misure di forte impatto: dalla sospensione del bollettino quotidiano al reintegro dei medici no vax negli ospedali fino all'annullamento delle multe per gli ove 50 anni non vaccinati. "II 2022 è molto diverso dal 2021, ma è sbagliato dare giudizi su quello che è stato fatto prima - spiega l'infettivologo,direttore Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, in due interviste concesse a Qn e Fatto quotidiano -. Ora i bollettini e i numeri non hanno senso così come l'obbligo di isolamento per chi è positivo".

 

 



Bisogna "lasciare ai medici la decisione se tenere uno a casa o meno", sottolinea Bassetti, che spera nella eliminazione dei reparti Covid, "che andavano bene nel 2020 e per parte del 2021. Oggi ogni volta che noi apriamo un reparto Covid prendiamo personale e lo togliamo alle sale operatorie". Tra gli errori fatti dalla gestione firmata Roberto Speranza, con il governo Conte 2 e con Draghi, Bassetti annovera "il lockdown durato troppo". E ancora: "Le scuole non andavano chiuse e quello che dice Meloni su questo fronte è giusto".

 

 



Le misure restrittive "in una certa fase erano necessarie, non c'erano alternative, ma si poteva comunque fare in modo diverso". Su un punto del programma annunciato dal governo Bassetti non concorda: "Non è opportuno" reintegrare i medici non vaccinati, perché "la vaccinazione dovrebbe essere obbligatoria per i medici, come quella per l'influenza, specie per chi opera in ospedale e nel pronto soccorso. E comunque, le assenze dei medici non vaccinati hanno pesato sui cittadini che hanno avuto servizi minori". Il bollettino modello 2020, invece, "non ha più senso, ormai mettiamo insieme le mele con le pere, con delle variabilità giornaliere legate al numero dei tamponi anacronistiche. È una decisione di buon senso, che non vuol dire interrompere le informazioni ma, voglio sperare, informare meglio". 

 

 

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