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Soumahoro, moda afro e matrimoni: tutte le attività della moglie

Tommaso Montesano
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"K Mare 2018". Laddove 2018 è l'anno di lancio della collezione di costumi, parei e kaftani proprio alla vigilia della stagione estiva. Stilista d'eccezione: Liliane Murekatete, la moglie di Aboubakar Soumahoro, fresca di nomina co me consigliere della cooperativa sociale Karibu, impegna ta nei servizi di accoglienza dei migranti nella provincia di Latina. Quella stessa Karibu che oggi, insieme al Consorzio Aid, dove risultano amministratori la cognata e la suocera del deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Italiana (estraneo ai fatti), è sotto «accertamenti» da parte della procura di Latina per presunte irregolarità gestionali.

L'ATTACCO DI CASAPOUND
Ebbene Liliane, quando viene chiamata nel Cda della società, lancia l'idea di una linea di moda realizzata dai richiedenti asilo della sua Coop. Una sorta di «made in Italy africano», riferirono all'epoca le cronache, che se da una parte ebbe il merito di favorire l'integrazione dei richiedenti asilo e degli altri ospiti della struttura, dall'altra suscitò polemiche per le modalità scelte da Liliane per la presentazione dell'iniziativa. Con tanto di sfilata per il casting per la selezione dei modelli chiamati a indossare i capi di abbigliamento. In una foto si vede lady Soumahoro al tavolo della giuria che dà i voti alle modelle CasaPound affisse uno striscione - «Per una moda che ti veste ce n'è una che ti spoglia» - e attaccò Karibu, «questa cooperativa che riesce in un colpo solo a coniugare il più spregevole consumismo con un business di finta solidarietà». Il movimento politico denunciò le iniziative fashion della Coop, «sponsorizzate su Facebook da foto piene di marche costose utilizzate dalla presidente». Liliane contrattaccò con queste parole: «Non prendo soldi da questa Coop, ma ho avuto una vita precedente nella quale ho lavorato e mi sono potuta permettere abiti firmati. Siccome sono una donna di colore non li posso indossare?». F

atto sta che è in quel momento che in rete iniziano a circolare le foto di lady Soumahoro circondata dalle griffe. Nel passato di Liliane, che su Repubblica rivendica il ruolo di «rappresentante della presidenza del Consiglio per l'Africa, con Prodi e Berlusconi» (dal 2004 al 2011), c'è anche la partecipazione in una società che con la gestione dei migranti non c'entra nulla: la Venere the Weeding planer s.n.c., avete per missione «l'organizzazione in proprio o con l'ausilio di terzi di cerimonie, convegni, matrimoni e manifestazioni». Nella società, costituita il 21 giugno 2002, è presente un secondo amministratore, Fabiana Rossi. Tuttavia al momento, come emerge dalla visura storica effettuata presso la camera di commercio di Frosinone e Latina, risulta «inattiva». Qualcuno, però, dietro assicurazione di anonimato, la ricorda: «La utilizzavano per le cerimonie in ambito istituzionale, per gli eventi nei Comuni». Altra circostanza: la Lega dei braccianti, fondata da Soumahoro il 12 agosto 2020 in concomitanza con l'anniversario della nascita di Giuseppe Di Vittorio, ha una propria sede anche a Latina. Nello stesso stabile che ospita la cooperativa Karibu.

APPELLO AL PREFETTO
La Uiltucs, il sindacato che ha raccolto le denunce dei lavoratori delle Coop per il mancato pagamento degli stipendi - nonché le segnalazioni dei minori per le cattive condizioni dei centri di accoglienza -, alla luce di quanto sta avvenendo è pronto a chiedere un «incontro ufficiale, con tutte le parti, al prefetto di Latina. Vogliamo un tavolo permanente», spiega il segretario provinciale, Gianfranco Cartisano, «perché vogliamo regolarizzare la posizione di tutti gli altri lavoratori che si sono rivolti a noi». In tutto sono 26 i dipendenti delle due Coop che hanno denunciato il mancato pagamento delle spettanze. Di quattro di questi, grazie a una «sostituzione alla procedura di pagamento» operata proprio dalla prefettura, la situazione è stata sanata. «Ne mancano altri 22», fa di conto Cartisano, lavoratori «in capo a ministero dell'Interno, Regione Lazio, Comuni aderenti al progetto Sprar e alle case per i minori».

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