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In Onda, Paolo Mieli contro il Pd: "Questi andavano all'hotel Mamounia"

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Un Paolo Mieli che, se fosse possibile, andrebbe ritagliato, incorniciato ed appeso. Siamo a In Onda, il programma di La7 condotto da Concita De Gregorio e David Parenzo, la puntata è quella di sabato 17 dicembre. Si parla del cosiddetto Qatargate, dello scandalo a tutte mazzette che sta travolgendo il Parlamento europeo e la sinistra italiana, leggasi Pd. E su quanto accaduto, lo storico e firma del Corriere della Sera, non fa sconto alcuno ai democratici.

"L'aggravante? Fino a una settimana fa pensavo che la nostra voce si sarebbe fatta sentire. Ora penso che se parlano di tetto al contante per rappresentanti che stanno cercando di sottacere su tipi beccati con 650mila euro in banconote penso che noi che discutiamo del tetto al contante siamo un po' meno credibili", premette Paolo Mieli riferendosi alla crociata dei dem contro l'innalzamento del tetto al contante stabilito dal governo Meloni.

 

Dunque si inserisce Concita De Gregorio, che parla di "danno di reputazione" enorme per il Pd. "Le chiedo - riprende Concita -: il fatto che i funzionari europei dopo aver finito il mandato restino per altri due anni nel loro ufficio a fare pratiche, cosa significa in sostanza?". E Mieli riparte in quarta: "Significa che loro grazie alla conoscenza di quelli che sono subentrati fanno lobbying, se sono dei poveretti. Altrimenti diventano capi dell'Enel. I partiti? Sono ben contenti. Secondo lei, tra deputati e collaboratori che sono 50 del Pd al Parlamento europeo, pensa che nessuno sapesse che andavano all'Hotel Mamounia di Marrakech? Se qualcuno se lo può permettere ci vada. Dicono che non sapevano dove mettere i regali che ricevevano...", conclude con sdegno Paolo Mieli.

In Onda, Paolo Mieli sul Qatargate: qui il video

 

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