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Walter Nudo, si può ancora dire che maschio e femmina non sono lo stesso?

Hoara Borselli
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Una cosa è ormai certa: nell’era dei diritti non è riconosciuto il diritto di porsi interrogativi se il tema in discussione coinvolge l’uomo e la donna considerati come entità distinte. Ormai è vietato anche solo pensare che esistano delle differenze fra i due sessi. La religione “fluida”, quella dove tutti siamo uguali e interscambiabili, non accetta dubbi di sorta. E la polemica che sta coinvolgendo l’attore Walter Nudo ne è la plastica rappresentazione. Che cosa avrà fatto di tanto grave l’ex modello originario del Canada, diventato celebre per aver vinto nel 2003 il reality l’Isola dei Famosi, per essere travolto da una gogna mediatica così impietosa? Ha girato un video all’aeroporto di Linate, postato sulla sua pagina Instagram, dove ha voluto condividere con i suoi followers una riflessione rispetto a un cartellone pubblicitario tratto dalla campagna del noto stilista Valentino.

L’immagine gioca sull’ambiguità uomo-donna in un mix di fluidità che passa attraverso la non identificazione classica dei due sessi. Nulla di nuovo nell’orizzonte della moda, che da tempo ci ha abituati a vedere donne vestite da uomo e uomini sfilare con tacchi, gonne e accessori femminili. Un mondo omologato ai tempi, a quello che oggi la società chiede, ovvero l’annullamento delle distinzioni e delle diversità. Perché riconoscersi in una sessualità definita offende e discrimina. Chissà che cosa accadrebbe a Giorgio Armani, uno che di moda se ne intende parecchio visto che è considerato il re della moda italiana, se rilasciasse oggi questa dichiarazione – era il 2015, la rivista il Sunday Times: «Un uomo omosessuale è uomo al 100%. Non ha bisogno di vestirsi da omosessuale. Quando l’omosessualità è esibita all’estremo, questo non ha niente a che fare con me. Un uomo deve essere uomo». Si griderebbe allo scandalo: boicottate quel retrogrado di Armani!

 



Credo personalmente che ogni stilista abbia il sacrosanto diritto di immaginare, disegnare e portare in passerella e sui cartelloni pubblicitari tutto ciò che vuole. Pensare il suo uomo o la sua donna come meglio ritiene, e questo vale anche per la campagna pubblicitaria di Valentino oggi al centro della polemica. E però anche la libertà d’espressione è sacrosanta. Tornando dunque a Walter Nudo, le parole che gli sono costate insulti e polemiche sono queste: «Sto vedendo la pubblicità di Valentino e non so voi ma io in questa pubblicità non vedo nessuna femminilità e nessuna mascolinità e se questo è il messaggio che diamo ai ragazzi che lo vedono, i ragazzi non hanno punti di riferimento, non hanno basi. Quindi se escono fuori di testa, se hanno bisogno di andare dallo psicologo è normale perché noi non li aiutiamo. Cerchiamo noi adulti di essere più chiari, di avere un po’ più di responsabilità nel far capire ciò che è maschile e ciò che è femminile perché in una coppia questo è importante». Non c’è dubbio che maneggiare questi temi attraverso slogan come quelli lanciati da Nudo sia insidioso, forse un po’ ingenuo. Non è mai saggio lanciare argomenti del genere soprattutto attraverso i social, che tendono a estremizzare ogni reazione. Resta il fatto che non possiamo ignorare come questa polemica abbia sollevato un tema importante: «È ancora possibile parlare di uomo e donna come due entità distinte senza per questo venire investiti da critiche, offese o essere tacciati da omofobi? La sensazione purtroppo è che ciò non sia più ammesso». Ed è soprattutto questo a non essere tollerabile. 

 

 

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