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Andrea Giambruno, tutti i dettagli del patto con Mediaset dopo i fuorionda

Salvatore Dama
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Poche righe di comunicato. Mediaset annuncia che Andrea Giambruno lascerà la conduzione de Il diario del giorno. Rimarrà a curare il coordinamento redazionale della trasmissione di Rete 4. Ma non andrà in video. La nota non fa riferimento ad alcun provvedimento disciplinare. Quindi si può dedurre che la vicenda finisca qui. Caso che era cominciato la scorsa settimana. Quando Striscia la Notizia aveva diffuso alcuni fuori onda del giornalista risalenti alla scorsa estate. I contenuti sono noti. Ne è seguito un polverone che aveva portato a una pausa di una settimana dalla conduzione in video. Ieri, infine, la decisione ufficializzata in un comunicato di Mediaset. Eccolo: «Andrea Giambruno, dispiaciuto per l’imbarazzo e il disagio creato con il suo comportamento, ha concordato con l’azienda di lasciare la conduzione in video del programma Il diario del giorno, di cui continuerà a curare il coordinamento redazionale». Ieri sera Striscia è andata in onda in forma ridotta per via della Champions. Il caso “Giambruno” è stato solo accennato con battute, ma non sono stati mandati in onda altri filmati. Non ce ne sarebbero, volendo interpretare le parole di Antonio Ricci.

IL CASO POLITICO
Se la vicenda editoriale sembra risolta, il caso politico rimane. Nel mirino resta Forza Italia per via dei rapporti preferenziali del partito con gli eredi Berlusconi. Tanto che ieri Antonio Tajani ha sentito l’esigenza di chiarire. Da parte di FI «non c’è nessuna iniziativa per indebolire il governo, noi lo sosteniamo. Se ci fosse stato un problema lo avremmo detto chiaramente. La famiglia Berlusconi non ha nulla a che vedere con un servizio andato in onda su Mediaset, da parte loro non c’è alcun intendimento di creare danni al governo come non c’è da FI, fermo restando che la famiglia Berlusconi è una cosa e FI è un’altra. È stata una decisione autonoma dell’autore», conclude il ministro degli Esteri intervistato da SkyTg24. Fanno eco le parole di Francesco Paolo Sisto: «Posso soltanto dire che noi non c’entriamo nulla», assicura il vice ministro della Giustizia a Un giorno da pecora, Rai Radio1. Nella maggioranza «c’è una dialettica, ma alla fine la quadra la troviamo sempre». E se la premier teme il fuoco amico, «non si riferisce sicuramente a Forza Italia o a Mediaset».

 


LA SFIDA
«Credo che per Giorgia Meloni siano stati giorni intensi», aggiunge Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, a Non Stop News su Rtl 102.5. «Per un personaggio come lei, la vita privata si intreccia con la vita pubblica, non può che essere così. Dall’altra parte, la sfida che Giorgia Meloni ha, e che tutti noi abbiamo, è dare risposte concrete ai numerosi problemi. Quindi, guardare avanti e lavorare sodo». Se Forza Italia lancia messaggi distensivi è perché nelle ultime ore si sono verificati una serie di episodi che hanno allarmato gli azzurri. Per esempio l’irritazione di Palazzo Chigi per la nomina, fatta dal sottosegretario forzista Alberto Barachini, di Giuliano Amato alla presidenza del comitato per l’intelligenza artificiale. Indicazione oggetto di un blackout comunicativo tra istituzioni. Ma c’è anche il caso del decreto energia, proposto dal ministro azzurro Pichetto Fratin. Doveva essere approvato lunedì scorso, ma è messo in stand by dal consiglio dei ministri. Infine ieri è emersa una nuova frizione in Commissione Giustizia alla Camera. Stavolta sul tema della prescrizione. La proposta dei capigruppo della maggioranza ha trovato perplesso il viceministro Sisto (FI) e la seduta è stata rimandata di ventiquattro ore. 

 

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