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Giuliano Ferrara contro i pro-Hamas: "Bestie dell'ipocrisia, imbecilli. Vi odio e detesto"

Giuliano Ferrara

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Giuliano Ferrara è un fiume in piena con quelli che invocano "il giudizio sopra le parti in conflitto, quelli che si fanno appresso con le pulsazioni del loro cuore immacolato a tutte le vittime indistintamente". Queste persone sono dei "costruttori di un gigantesco monumento all’ipocrisia e all’imbecillità umana, sono i cattivi maestri di sempre". "Io odio e detesto ciò che dicono, il tono affettato, la pervicacia non sempre, anzi mai in buona fede, con cui rifiutano di capire che cosa è successo, anche quando si tratti di amici", scrive nel suo editoriale su Il Foglio. "Sono quasi peggio dei laudatori di Hamas, dei silenti, degli opportunisti inconsapevoli o no che scendono in strada o nei campus per manifestare nella festa internazionale del 7 ottobre, dei fiancheggiatori del terrorismo antisemita che sbandierano Anna Frank con la kefiah".

Il 7 ottobre, tuona Ferrara, "c’è stato un pogrom", "lo strazio di corpi e anime di ebrei di tutte le età, colpiti in quanto civili circoncisi o figli fratelli sorelle nonni e nonne e neonati e altri fantasmi danzanti di ebrei, rastrellati e rapiti dopo sevizie sanguinose. Non sto a rifare la storia dei pogrom antiebraici, fino ai precedenti immediati di questo, che si chiamano Auschwitz, Treblinka, Dachau: informatevi, bestie dell’ipocrisia umanitaria, studiate la storia del mondo, cercate di capire se vi riesce che cosa vuol dire uccidere un ebreo in quanto ebreo e voler gettare a mare un popolo di sei milioni di persone dell’Esodo che hanno trovato casa dopo millenni di Diaspora nella rovina e nell’oppressione".

 

 

A "quel tronfio cialtrone alla guida di un’inutile e nociva organizzazione internazionale", ovvero Antonio Guterres, prosegue il fondatore de Il Foglio, "non gli è venuto in mente che dietro l’occupazione ci sono di nuovo delle cause, tutto ha una causa, che Israele per esistere e continuare a esistere ha dovuto vincere tre guerre dispiegate, dalla prima di indipendenza alle altre, per evitare di sparire nel massacro da parte di trecento milioni di vicini, e che il controllo del territorio è stata la chiave di volta, tragica, della sua autodifesa 'colonizzatrice', e che solo una pace giusta con stati e popoli capaci di farla finita con il progetto genocidario antiebraico può mettere fine a quello scempio necessario".

 

 

E conclude Ferrara: "Gridavano Palestina libera? No, gridavano Allahu Akbar. Ma fa lo stesso. In un certo senso non vedo l’ora che l’occidente con i suoi studenti universitari della Ivy League, con le sue scrittrici e con i suoi scrittori e cineasti dolenti, con le sue agenzie umanitarie finisca nelle mani dei predoni dell’islam politico, e che stavolta di loro non se ne parli più, questi ignavi 'sanza ’nfamia e sanza lodo', questi ipocriti infernali".

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