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Giletti su Cairo: "Mi ha tradito, prima mi abbraccia al funerale e poi..."

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Si prospetta un futuro in Rai per Massimo Giletti, anche se al momento non c'è nulla di ufficiale. A dirlo è lui stesso, che risponde agli apprezzamenti ricevuti da parte di Angelo Mellone, direttore dell'intrattenimento daytime di Rai 1: "Ricevere apprezzamenti da un importante dirigente di Viale Mazzini non può che fare piacere, però la definizione di quello che sarà il mio futuro in Rai, nella stagione 2024-2025, è ancora lontana dall'essere conclusa". Certo è, precisa a Gente, che "farò un passo avanti con la Rai, una serie di eventi interessanti nei prossimi cinque mesi", "ma quello che farò dopo ancora non è chiaro ed è possibile tutto perché ho più offerte".

Per Viale Mazzini comunque il giornalista ha un occhio di riguardo: "Trovo però che tentare di dare fiducia alla Rai in questo momento sia un atto sensato. Qualsiasi altra scelta farà rumore. Vedremo". Al momento tutto è in forse. Giletti si trova senza programmi dopo la chiusura a sorpresa del suo Non è l'Arena su La7. E proprio su Urbano Cairo, proprietario della rete, Giletti si toglie qualche sassolino dalla scarpa. "Quello che ho vissuto è stato il tradimento di una persona che consideravo un vero fratello: non voglio parlare della questione giudiziaria, entro nel merito di quella umana".

 

 

E ancora: "Non mi sarei mai aspettato che la persona che mi abbracciò quando morì mio padre e che mi trovai all'improvviso alle spalle nella giornata in cui lo seppellivo, potesse, senza dirmi nulla, senza neppure guardarmi negli occhi, senza darmi una parvenza di motivazione, chiudere non solo un programma, ma chiudere un rapporto umano". Il motivo? "Nel momento in cui io affrontavo un certo tipo di temi, davvero delicatissimi, la libertà è venuta meno. Non siamo pronti per aprire certi cassetti, evidentemente. Forse Cairo non poteva dirmela, la verità". 

 

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