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Ranucci, la soffiata su Sgarbi: "Sta lavorando a un nuovo partito per le Europee"

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Sigfrido Ranucci svela un retroscena sul futuro di Vittorio Sgarbi. Ospite di Otto e Mezzo nella puntata di lunedì 5 febbraio, il conduttore di Report torna sulle dimissioni del sottosegretario alla Cultura affermando che "ora comincerà un'agonia, una lunga trattativa, perché Sgarbi continua a fare Sgarbi". A detta del giornalista, "a noi risulta che Sgarbi starebbe lavorando a un suo simbolo, un suo partito per le Europee". Insomma il deputato non verrà messo in panchina. Una versione, quella fornita nello studio di Lilli Gruber, confermata da Andrea Scanzi.

O meglio, da Dario Di Caterino, ex social media manager del sottosegretario intervistato da Scanzi. Secondo quest'ultimo "Sgarbi, nel periodo settembre-ottobre, quando ancora lavoravo per lui, stava lavorando a una candidatura per le Europee con Cateno De Luca e Stefano Bandecchi. Credo che quella sia ancora la sua exit strategy da tutta questa situazione".

 

 

In ogni caso Sgarbi non si tira indietro: "L'ho detto e lo confermo, aspetto di consegnare" le dimissioni "nelle mani di Giorgia Meloni. Però sia ben chiaro una cosa. Non mi dimetto per il parere dell'Antitrust che è antinomico e contraddittorio. Per adesso comunque è più preciso dire che mi autosospendo". In un'intervista al Corriere della Sera, il critico d'arte ammette di star aspettando "il giudizio del Tar" e che "qualsiasi sia l'esito, le dimissioni non le revoco. Perché voglio avere ragione". Il motivo a suo dire è chiaro: "Il pronunciamento dell'Antitrust è contraddittorio, perché prima, in un documento del 16 maggio, dice che la mia carica è compatibile con le mie diciannove tra attività e funzioni. Poi cambia idea e le trova incompatibili".

 

 

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