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Amadeus, i deliri di Freccero: "Lui come Draghi, dopo l'era autoritaria"

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"Domenica notte è terminato il Festival di unità nazionale di Amadeus-Draghi, declinato in cultura woke, e domenica pomeriggio è iniziato un altro festival, per ora inaugurato dalle veline": Carlo Freccero lo ha detto in un'intervista a La Stampa, riferendosi a Sanremo e alla polemica politica nata dalle parole di alcuni cantanti, come Ghali e Dargen D'Amico, sul palco dell'Ariston. Entrambi gli artisti hanno chiesto un cessate il fuoco per la guerra in Medio Oriente, ribadendo i loro pensieri anche nella puntata di Domenica In andata in onda il giorno dopo la finale della kermesse. In quell'occasione, quasi al termine della puntata, la conduttrice Mara Venier ha letto un comunicato dell'ad Rai Roberto Sergio che esprimeva solidarietà a Israele

Ora Freccero, autore tv nonché ex consigliere d’amministrazione Rai, sostiene che la bomba sia esplosa solo dopo la fine del festival perché a quel punto "si è usciti da un ambito protetto. Amadeus ha creato un format che è un congegno a orologeria perfetto, dove lui segue le tendenze senza mai censurare alcuno". Poi sarebbe iniziata quella che lui ha esageratamente definito la fase "autoritaria": "Ghali era sul palco e le sue affermazioni non potevano essere censurate a priori. La Rai ha cercato di farlo a posteriori, incaricando un’imbarazzante Mara Venier di leggere in diretta la velina. La velina è sinonimo di informazione autoritaria".

 

 

 

Secondo Freccero, "la replica della domenica pomeriggio ha ingigantito quello che prima non esisteva. Un errore mediologico che prescinde dai contenuti". Poi, riferendosi alla scorta data a Sergio per le minacce di morte ricevute dopo quel comunicato, l'autore televisivo ha detto: "Piena solidarietà all’amministratore delegato della Rai. Questo spiega l’assurda situazione in cui siamo, un conflitto del muro contro muro. Questa minaccia significa che il carnevale di Sanremo è finito e si afferma un periodo di scontri politici e di lotta". 

 

 

 

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