Dritto e rovescio, Susanna Ceccardi: "Sottomessi alla cultura islamica"
La Pasqua è alle porte, ma il dibattito nelle scuole, nelle ultime settimane, ha avuto come tema non questa tradizione cristiana, bensì quella musulmana del “Ramadan”. A Pioltello è scoppiato un caso per la decisione di istituire un giorno di chiusura in una scuola dell’infanzia nel rispetto del precetto islamico.
Sulla stessa lunghezza d’onda, poi, in una scuola di Cremona è stata inviata una circolare ai docenti che impone loro di non fissare test e verifiche negli ultimi giorni del mese sacro. Di questo, allora, si discute anche nello studio di Paolo Del Debbio, quello di Dritto e Rovescio, programma di approfondimento politico e sociale di Rete 4.
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La più indignata per questa deriva scolastica è l’europarlamentare della Lega, Susanna Ceccardi, che si mostra molto preoccupata: “Abbiamo 2024 anni di storia cristiana, perché ricordiamolo: l'Europa e l'Italia hanno radici cristiane. La nostra cultura, la nostra filosofia, l'impostazione della società, sono permeate di cultura cristiana e questo se lo dovrebbero ricordare innanzitutto gli insegnanti, proprio nella Settimana Santa, la settimana della Pasqua. Nessuno in questi giorni parla più di Pasqua, si parla solo di Ramadan. Nelle scuole parlano di Ramadan e sospendono le lezioni, anche quando c'è una minoranza musulmana".
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"A Pioltello – spiega l’ex-sindaco di Cascina - erano solo il 40% gli studenti musulmani e si sospendono le lezioni per tutti in nome del Ramadan. Secondo me, oltretutto, è un'aberrazione far rispettare il Ramadan a dei bambini anche piccoli, significa digiunare tutto il giorno. È una violenza sui bambini. Il Ramadan, secondo i suoi precetti, viene rispettato dagli adolescenti in poi, non dai bambini. Qualche anno fa in Toscana – ricorda la Ceccardi - in un ospedale di Firenze venne fatta una pratica che simulava la puntura del clitoride come l'infibulazione per rispettare il rito religioso. La nostra cultura occidentale si sta sottomettendo alla cultura islamica e io sono molto preoccupata da mamma, da donna e da cittadina europea e italiana”.