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Bruno Vespa e il segreto politico: "Non lo ho mai detto neppure a mio figlio"

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Una colonna dell'informazione italiana. Porta a Porta è diventata un'istituzione della televisione e della politica. In quel salotto si sono scritte pagine della storia del nostro Paese. Bruno Vespa compirà 80 anni il 24 maggio e per l'occasione si è raccontato al Corriere della Sera. Il giornalista ha fatto un bilancio della sua carriera, convinto che le sue posizioni non gli abbiano reso la vita sempre facile: "Sono convinto che, se fossi stato di sinistra, la mia carriera sarebbe stata più agevole. Per esempio, non avrebbero ridimensionato o cercato di chiudere Porta a Porta".

Vespa si è sempre definito moderato, ma continua a resistere il mistero attorno a quali partiti abbia dato il voto nel corso degli anni. Un segreto che non ha certo voglia di svelare nemmeno ora e che custodisce gelosamente anche in famiglia: "Sono un moderato. E se mi chiede che cosa s’intende per moderato le rispondo che sono decenni che mio figlio Alessandro ogni volta mi chiede per chi ho votato. Non l’ha mai scoperto".

 

 

Una lunghissima carriera in Rai cominciata negli anni '60 e che sembrava stesse naufragando all'inizio degli anni '90. Dimessosi da direttore del Tg1, venne tagliato fuori da tg e prime serate. Poi la svolta e la nascita di Porta a Porta: "Ero a Palermo per seguire il processo Andreotti. Una sera, in albergo, vidi per caso uno spot della Rai che diceva “la seconda serata è… Carmen Lasorella!”. A quel punto vado dalla presidente Moratti e le dico: la Rai mi ha tolto dal Tg, dalla prima serata, da tutto. A questo punto, fate fare qualche seconda serata anche al sottoscritto. Ne diedero tre a Carmen e due a me. Sono passati ventotto anni. Porta a Porta sta ancora là".

 

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