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Antonella Clerici, tra pentole e fornelli porta la propaganda pro-Pal su Rai 1

La popolare conduttrice che ci racconta gli chef che spadellano a È sempre mezzogiorno su Rai Uno (ricordiamolo, la tv di Stato), ha pensato bene di unirsi al coro dei vip che sono scesi in piazza per sostenere la causa pro-Pal
di Ignazio Stagnomercoledì 24 settembre 2025
Antonella Clerici, tra pentole e fornelli porta la propaganda pro-Pal su Rai 1

3' di lettura

Tutto fa brodo. Anzi tutto fa Gaza, sarebbe il caso di dire per Antonella Clerici. La popolare conduttrice che ci racconta gli chef che spadellano a È sempre mezzogiorno su Rai Uno (ricordiamolo, la tv di Stato), ha pensato bene di unirsi al coro dei vip che sono scesi in piazza per sostenere la causa pro-Pal. E così, fermando per un attimo padelle, mestoli e tintinnio di forchette, ecco che è arrivato l’ultimo spot alla causa palestinese: «Impossibile restare indifferenti davanti a ciò che sta accadendo a Gaza. Rimanere inerti di fronte a questo massacro vuol dire non avere più umanità». Finito qui? No. Arriva subito il richiamo allo sciopero di lunedì scorso: «Sono successe tante cose, come sapete è in corso in queste ore uno sciopero generale per Gaza. Tanti stanno esprimendo la loro solidarietà alla popolazione palestinese, perché ormai è impossibile restare indifferenti di fronte a ciò che accade a Gaza». Poi, nella lista degli ingredienti non poteva mancare la citazione del cardinale Pierbattista Pizzaballa: «Se chiudi gli occhi su ciò che accade, perdi l’umanità», afferma la Clerici. Per poi chiudere così: «Io non posso più vedere le immagini di quei bambini, quelle persone senza una casa. Tutti dobbiamo lavorare per la pace, non abbiamo più scuse e io la penso così».

Per carità, legittimo avere le proprie idee e le proprie convinzioni. Ma usare la finestra del servizio pubblico e un programma in cui si sforna e si rosola per parlare di Medio Oriente appare un pochino forzato. Per dirla con un eufemismo. Ma c’è chi invece ha voluto fare le cose in grande. Davvero in grande. Lunedì sera, alla Scala di Milano al termine del Boléro di Béjart, che ha visto protagonista Roberto Bolle, tutti i ballerini si sono uniti sul palco con in mano tre bandiere della Palestina. Sul fondale è apparsa la scritta «Stop al genocidio». L’iniziativa è stata promossa dai sindacati e dai lavoratori del teatro. Ma il tutto, fino a prova contraria, in uno spazio pubblico che appartiene alla collettività. Voci e gesti che si accavallano in tv e anche sul palco ma voci che scordano spesso, come nel caso della Scala, di sottolineare e di stigmatizzare il lato violento di chi sostiene la causa pro-Pal. Evidentemente sia le maestranze del teatro che Antonella Clerici non son passate neanche per un attimo dalla stazione Centrale di Milano.

Lì al posto degli slogan tra una teglia e l’altra e al posto delle scritte a sipario aperto sono state usate spranghe e pietre per colpire i poliziotti. Risultato? 60 agenti feriti, ma di questo non troverete traccia nelle dirette dello show-cooking. No, anzi troverete video, come quello in rigorosa inquadratura “selfie” di Alessandro Gassmann in cui si cerca di minimizzare lo sfascio di Milano con parole piuttosto discutibili: «Questo paese mi stupisce in maniera positiva: è bello quello che la gente ha portato in piazza. I facinorosi alla stazione di Milano sono pochi imbecilli che tentano di rovinare una manifestazione pacifica, come quella meravigliosa che abbiamo visto lunedì 22. Si è superato il limite, si è persa l’umanità. E questo ha suscitato una reazione da parte di tutti». Ma si riferisce alle autostrade e alle tangenziali di Bologna e Roma occupate dai teppisti? Si, in effetti è stato tutto “meraviglioso”. E sì, si è davvero superato ogni limite.