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Garlasco, rissa a Storie Italiane tra De Rensis e Garofano: "Ingenuo", "Non si permetta"

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mercoledì 5 novembre 2025
Garlasco, rissa a Storie Italiane tra De Rensis e Garofano: "Ingenuo", "Non si permetta"

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Si accende lo scontro a Storie Italiane. Nello studio di Rai gli animi si scaldano tra il generale Luciano Garofano e l'avvocato Antonio De Rensis. Al centro della discussione, non solo l'omicidio di Garlasco ma anche alcune parole pronunciate nella puntata precedente che hanno spinto il generale a chiedere un chiarimento pubblico. Il riferimento è al termine "ingenuo" che il legale di Alberto Stasi aveva utilizzato riferendosi a Garofano. "Ieri - ha esordito l’ex comandante dei RIS di Parma - mi ha definito ingenuo, termine che sinceramente non ho molto gradito", ha dichiarato Garofano, aggiungendo che quella parola, accostata al suo operato, poteva essere interpretata come un giudizio di superficialità.

"Etimologicamente ingenuo deriva dal latino ingenus, e significa purezza, onestà, schiettezza - ha subito messo in chiaro le cose De Rensis -. Se lei si è risentito su questa mia interpretazione del termine ingenuo io trasecolo, perché credo che in questi giorni siano stati riferiti alcuni particolari sulla sua attività che io non ho condiviso".

Ma Garofano non ci sta: "Un conto è il termine preso dal significato letterale della parola, un conto è quello che lei ha aggiunto motivando perché io sarei stato ingenuo, perché lo ha legato al fatto che io mi ero occupato dell’indagine di Garlasco nel 2007. Mettendo insieme tutti questi riferimenti significava che io ero stato leggero, che ero stato non accorto, e questo non posso accettarlo, non avrebbe dovuto permettersi".

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"Io dico quello che voglio, e ho detto avrebbe potuto - ha replicato De Rensis -, non avrebbe dovuto, che ha tutto un altro significato. Non voglio specificare oltre perché offenderei la sua conoscenza della lingua italiana. Lei per caso, nel corso di una trasmissione di un’altra emittente, è entrato nel merito della vicenda senza specificare che era già consulente di Andrea Sempio? Perché, se ci si presenta come parte in causa, credo si debba notiziare il pubblico, altrimenti si rischia di apparire come un opinionista terzo".

Il botta e risposta ha proseguito: "Non mi piace fare polemiche, ma mi sono collegato proprio per chiarire questa sua impropria affermazione nei miei confronti. Non ricordo se ho partecipato e a quale trasmissione, ma non avevo alcun dovere di dire se ero consulente o meno". E De Rensis: "La televisione registra immagini e parole, quindi dovuto, potuto, tutti gli italiani conoscono la differenza. Se il termine ingenuo l’ha colpita, io sono orgoglioso di averlo usato, perché significa schiettezza, purezza, trasparenza. Se questo l’ha turbata non è un problema mio". Infine il riappacificamento che ha messo la parola 'fine' allo scontro.