A Più Libri Più Liberi no, ma a In Onda sì. Zerocalcare è ospite di Luca Telese e Marianna Aprile nella puntata in onda domenica 7 dicembre. È qui che il fumettista spiega il perché della sua decisione di disertare, per protesta, la fiera di Roma. "Non è che in fiera negli altri anni non ci siano stati anche editori con interessi di estrema destra", ma stavolta "non è un editore nostalgico che propone testi di destra, posto che alcuni sono proprio filonazisti", ma "è espressione di Casaggì, che è interna al partito di governo. Questa casa editrice fa anche un lavoro di formazione per tutto quel mondo che va da Fratelli d'Italia fino a gruppi molto più a destra. Si tratta di un'operazione di una casa editrice che sta lì, fortemente scortata e voluta dal governo di questo Paese", e "andare là dentro a normalizzare quella presenza non mi andava".
All'anagrafe Michele Rech, Zero calcare si scaglia dunque con la presenza di Passaggio al Bosco. "Penso che in generale marcare delle linee che fanno anche scoppiare delle contraddizioni è un modo per sollevare un problema di cui poi bisogna ragionare insieme - afferma -. Lo capisco che quando uno si chiede come arriva a fine mese la casa editrice neofascista" non è una priorità, "perché pensa che deve fare altro ed è tutto giusto e legittimo. Per questo poi il ruolo di chi fa i mestieri che lavorano con l'immaginario deve essere anche diverso".
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Dopo Zerocalcare, ecco un'altra indignata defezione a Più Libri Più Liberi, la fiera editoriale di Rom...E su un possibile ritiro dalle scene: "Nella mia testa mi sono già ritirato. Poi evidentemente questa cosa non si vede dall'esterno. Semplicemente io vorrei cercare (fa ridere dopo questo weekend) di stare fuori dalle polemiche, dagli impicci, le cose dei social. Però è esattamente quello in cui non voglio più stare in mezzo". Nel corso dell'intervista, Zerocalcare parla anche del suo ultimo libro, 'Nel nido dei serpenti' (Bao Publishing), della situazione in Ungheria e il paragone con l'Italia. "Sono situazioni molto diverse", afferma, ma "una cosa che le accomuna sono i partiti che stanno al governo", che "iniziano ad utilizzare parole che fino a qualche tempo fa erano impensabili", come "il concetto di remigrazione".




