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Grillo fa il gufo con Lusi:"Parli in fretta o l'ammazzano"

Matteo Legnani
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"Angry Lusi (così lo chiama il comico, ndr) parli, lo faccia al più presto senza tralasciare alcun dettaglio. Pisciotta e Sindona, e forse anche Don Verzè, insegnano che un caffè corretto in carcere non manca mai...". E' il "consiglio" che Beppe Grillo rivolge dal suo blog al senatore ed ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi, da giovedì sera a Rebibbia, dopo il voto favorevole al suo arresto in aula al Senato.  La "gufata" - Prima che scattassero le manette, Lusi ha spiegato che "ho ancora tanto da dire": la questione dei fondi sottratti al partito non è certo conclusa. E l'ex tesoriere ha aggiunto: "Mi si vuole mandare in carcere perché parlando con i media inquinerei quello che è stato chiamato il precorso investigativo". Dichiarazioni che hanno fatto discutere, e che hanno pungolato l'attenzione di Grillo, secondo il quale Lusi deve parlare in fretta. Altrimenti lo amamzzeranno: come è successo a Sindona, avvelenato in carcere. "I nomi sono stati fatti" - Il leader del Movimento 5 Stelle comunque scommette che Lusi "in carcere parlerà, coinvolgerà, accuserà". E il processo all'ex-tesoriere, profetizza Grillo, "diventerà un tormentone, che durerà fino alle prossime politiche. I nomi sono già stati fatti, "Renzi, Letta (il nipote), Rosy Bindi, Rutelli, Fioroni e Franceschini". Del resto è "del tutto improbabile che il tesoriere di un partito disponga a suo piacimento per anni di decine di milioni di euro senza che i vertici dello stesso partito ne siano a conoscenza. Non ci crede nessuno", ha aggiunto il comico ligure dal suo blog. "Tutti colpevoli" - "Se nessuno sapeva nulla, si tratta di circonvenzione di incapaci che, in quanto tali, devono dimettersi da qualunque funzione istituzionale, e lasciare ogni incarico nel partito", aggiunge il leader del Movimento 5 stelle. In ogni caso, continua nel suo post, "tutti coloro che erano ieri presenti in Senato sono colpevoli di aver truffato il popolo italiano ignorando l'esito di un referendum che aboliva i finanziamenti elettorali. In questi anni i partiti ci hanno sottratto di più di due miliardi di euro. La Corte Costituzionale e la Presidenza della Repubblica non hanno nulla da dire?.

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