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Monti sgambetta le regioni: come cambia la Sanità

Andrea Tempestini
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I piccoli ospedali verranno tagliati. Anzi no. Quindi la soluzione di compromesso: "Nessun taglio obbligato da Roma dei piccoli ospedali", ha spiegato al termine del Consiglio dei ministri il titolare del dicastero della Salute, Renato Balduzzi. Ma "le Regioni sono obbligate a razionalizzare la rete ospedaliera e verificare la funzionalità delle piccole strutture". Nel corso della lunga riunione del governo è prevalsa la linea di Balduzzi, ossia cassare il decreto che prevedeva la chiusura dei mini-ospedali con meno di 120 posti letto (circa 230 strutture) o con meno di 80 posti letto (circa 150). La misura è stata compensata da un ulteriore taglio alla spesa per i dispositivi medici (il tetto scende dal 5,2% attuale al 4,8% della spesa sanitaria). Taglio di 18mila posti - Le Regioni, in ogni caso, dovranno riorganizzare la loro rete ospedaliera: viene introdotto l'obiettivo di raggiungere i 3,7 posti letto ogni 1.000 abitanti (comprensivi di 0,7 posti letto per mille abitanti per la riabilitazione e la lungodegenza) a fronte degli attuali 4. Fatti due conti, si tratta di un taglio di almeno 18mila posti per i ricoveri. Così tra chiusure, posti letto in meno, il risparmio sui farmaci e quelli per beni e servizi, la revisione sarà di 5 miliardi da qui al 2013. I governatori ritengono questi tagli "insopportabili" poiché mettono a rischio la natura stessa del servizio sanitario, e per questo motivo si appelleranno al Quirinale.  Regioni in trincea - I più arrabbiati, facile da prevedere, sono i presidenti delle Regioni. Quello della Toscana Enrico Rossi spiega: "Sommando tutti i tagli la sforbiciata in un anno a regime, il 2014, ammonta a 10,5 miliardi", a fronte di "110 miliardi di spesa sanitaria complessiva". A incidere sul taglio del 10% c'è anche il tetto imposto alla spesa farmaceutica. Quello per i farmaci rimborsabili di "fascia A" passerebbe già nel 2012 dall'attuale 13,3% al 13,1% della spesa sanitaria e all'11,5% dal gennaio 2013. Per i farmaci ospedalieri la spesa è invece innalzata dal 2,4% al 3,2% dal 2013. Il 50% dell'eventuale differenza sarà a carico delle aziende farmaceutiche, l'altro 50% "delle sole Regioni nelle quali è superato il tetto di spesa regionale, in proporzione ai rispettivi disavanzi".  Aziende sulle barricate - Proprio le aziende farmaceutiche subiranno dei contraccolpi. Previsto l'incremento dello sconto a carico dei farmacisti dall'1,82% al 3,65% e, per il 2012, per l'industria farmaceutica dall'1,83% al 6,5%. Riduzione dell'1% per il 2012 e del 2% dal 2013 sulle prestazioni mediche svolte in strutture private convenzionate. E taglio del 5% dei contratti in essere per la fornitura di beni e servizi. Le Asl avranno "l'obbligo di rinegoziazione dei contratti in caso di superamento significativo (20%) del prezzo di riferimento individuato dall'Osservatorio per i contratti pubblici".

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