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La Polverini si dimette a paroleResta in Regione a rinnovare contrattie a far pulizia nel Pdl

Nessun atto è stato presentato all'Ufficio di presidenza. Intanto Renata partecipa da governatrice alla conferenza delle Regioni

Nicoletta Orlandi Posti
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Per ora le ha solo annunciate. Le dimissioni di Renata Polverini rischiano di diventare un giallo. Nessuno nell'ufficio di presidenza del Consiglio ha infatti ancora visto l'atto con cui chiude definitivamente il suo rapporto con la Regione Lazio e ieri si è presentata come governatrice plenipotenziaria alla Conferenza Stato Regioni. Ovviamente la cosa non è sfuggita ai suoi detrattori che non hanno perso tempo per puntare l'indice. "La maestrina sta dando vita ad una colossale presa in giro dei cittadini del Lazio e di tutto il Paese", ha detto il capogruppo Pd alla Pisana, Esterino Montino. "Sono due giorni che va raccontando in tutte le salse ed in  tutte le televisioni un fatto che non è ancora accaduto. Siamo all'avanspettacolo”.  Di certo c'è che non sarà convocato nessun Consiglio. “E' un'altra fantasia di Alemanno”, ha puntualizzato Renata Polverini le parole del sindaco di Roma che aveva  parlato di una possibile nuova riunione del Consiglio regionale del Lazio per discutere di tagli. La giunta, invece, è stata convocata. "Voglio diminuire il numero degli assessori della giunta e lo farò con un mio atto. Abbiamo lavorato sull'accorpamento delle deleghe". Alla fine ne è uscita con un mandato per impugnare davanti la Consulta la spending review nelle parti del riordino delle province e la privatizzazione delle società pubbliche. Non solo, ha rinnovato i contratti di due dirigenti esterni, Raffaele Marra (direttore del personale vicino al sindaco Alemanno) e Giuliano Bologna (coordinatore dell'avvocatura regionale che proviene dall'Ugl) la cui nomina era stata bocciata dal Tar a giugno e che la Regione ha preferito ignorare in attesta della pronuncia del Consiglio di Stato. Poi si procederà al ritiro delle deleghe ad alcuni assessori: una decisione, anche questa, politica e da governatrice a tutti gli effetti. Nel mirino della Polverini ci sono assessori ben precisi: tutti gli ex ex forzisti della corrente di Antonio Tajani: Fabio Armeni, assessore alle Risorse umane, demanio e patrimonio, Angela Birindelli, assessore alle Politiche agricole, Marco Mattei, assessore all'Ambiente e Stefano Zappalà, assessore al turismo. Resterebbero invece al loro posto gli ex azzurri Giuseppe Cangemi, assessore ai Rapporti con gli enti locali e Sicurezza riconducibile alla corrente di Gianni Sammarco, e Fabiana Santini, assessore alla Cultura, fedele a Claudio Scajola, pare meritevoli di avere sempre appoggiato incondizionatamente l'azione di Renata anche nei giorni più bui. Riguardo all'atto formale delle sue dimissioni, la governatrice del Lazio, sostiene di star ragionando con il ministro Cancellieri visto che da quello dipende l'avvio dell'iter che porterà al voto. "Tanto, giorno più giorno meno cambia poco - ha tuonato Polverini- l'importante è aver dato un taglio a questa situazione e   aver mandato a casa tutti quei cialtroni". Poi spiega: "La spending review - afferma Polverini - chiede che ci siano risparmi, accorpando elezioni politiche e amministrative".

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