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Maroni: "Berlusconi critico con Monti? Bene"

Roberto Maroni

Bobo: "Sono compiaciuto per le sue parole". Gelo dell'Udc, sproloquio di Fini ("populista autoritario") e poi gli insulti di Di Pietro: "Si rassegni"

Andrea Tempestini
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  Nel duro intervento a Villa Gernetto, Silvio Berlusconi sbatte la porta in faccia a Mario Monti e al suo governo. Il Cavaliere spiega: "Stiamo pensando di staccargli la spina". Poi boccia, in toto, il programma tutto tasse e la sudditanza alla Germania di Angela Merkel. Uno sfogo, quello di Berlusconi (che annuncia: "Resterò in campo, ma non mi candido e confermo le primarie"), che è piaciuto al leader della Lega Nord, Roberto Maroni: "Mi compiaccio che Berlusconi sia stato critico con Monti. Noi siamo stati critici fin dall'inizio. Noi abbiamo sottolineato le cose sbagliate che il governo Monti ha fatto e che continua a fare e che hanno portato all'aggravamento della crisi economica, in particolare per il Nord". Parole, quelle di Maroni, di netta apertura al Pdl e a Berlusconi stesso dopo mesi di tensione: ora, gli azzurri e il Carroccio (anche in chiave elettorale), sono più vicini. Chisura dell'Udc - Più lontano, al contrario, l'Udc, da sempre primo alleato di Monti. La posizione dei centristi viene chiarita dal segretario Lorenzo Cesa: "Il presidente Berlusconi, dopo avere governato negli ultimi dieci anni con maggioranze anche di cento parlamentari, oggi scopre i problemi dell'Italia e attacca il governo Monti, i vertici istituzionali e i governanti europei. Su queste basi incontrerà ben pochi moderati italiani e ogni appello al Ppe diventa semplicemente insultante". Sbotta e critica anche Gianfranco Fini, che non usa mezzi termini: "Altro che unione dei moderati nel nome del PPE! Le parole di Berlusconi sono il manifesto politico del populismo antieuropeo autoritario".  E invece nel Pdl... - Tra le file del Pdl, conciliante il commento del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che sottolinea come lati positivi nelle parole del Cavaliere "il fatto che non ci sia stato l'annullamento delle primarie che devono generare una nuova leadership. E' un grande gesto di generosità e di coerenza politica". Critico, al contrario, il senatore Pdl Andrea Augello: "Condivido le dichiarazioni di Silvio Berlusconi sulla sentenza che ha portato alla sua condanna, dalla prima all'ultima parola. Su tutto il resto - continua Augello - esprimo il mio dissenso più radicale, al punto di immaginare la necessità di costituire per le prossime elezioni primarie una proposta che tolga dal campo del futuro del centrodestra l'idea che si possa, su questione di grande rilevo come le alleanze, le grandi scelte di politica economica e di coesione europea, oscillare come pendoli, condannandosi all'isolamento". Gli insulti di Di Pietro - Da sinistra arrivano i consueti insulti di Antonio Di Pietro, leader dell'Idv: "L'imputato Berlusconi si rassegni, il Paese non può dimenticare i suoi vent'anni di governo. Anche oggi l'ex presidente del Consiglio ha portato in scena lo stesso patetico copione di sempre fatto di violente esternazioni, attacchi alla magistratura e alla Costituzione e promesse a cui, ormai, non crede più nessuno. E' ora che su questo triste spettacolo cali il sipario una volta per tutte". Quindi Felice Belisario, sempre dell'Idv, rincara: "Berlusconi è un pugile suonato che non sente il gong. Lo sproloquio contro la democrazia, la Repubblica parlamentare e gli organi costituzionali manifesta l'evidente incapacità di incassare la sconfitta subita". Per il Partito Democratico, infine, parla la presidente Rosy Bindi: "Quel che dice Berlusconi va sempre verificato più tardi. Al di là del benservito che ha dato al Governo Monti ha teso anche a delegittimarlo con una contronarrazione dei fatti. Per quanto riguarda le sue dichiarazioni sulla riforma della giustizia non hanno mai prodotto delle riforme reali."  

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