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Bondi contro gli "alfaniani"ecco cosa c'è dietro

L'ex ministro attacca sui temi etici, il sospetto è che sia un pretesto per attaccare gli uomini del segretario

Lucia Esposito
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 E' un momento dififcile per il Pdl e  scoppia anche la grana dei temi etici. Galeotta fu l'intervista concessa da Sandro Bondi a La Stampa, in cui il coordinatore individua negli ex An e nei cattolici del partito i responsabili del mancato rinnovamento. Bondi tira in ballo il caso di Eluana Englaro, sul quale gli azzurri nel (suo) mirino ebbero "posizioni di radicalismo religioso alla Tea party, in contrasto anche con il cattolicesimo". Un'affermazione che ha scatenato un bombardamento di dure reazioni contro Bondi. Per primo Maurizio Sacconi, che invita di fatto il coordinatore ad andrsene. Quindi Gaetano Quagliariello, che lo rimprovera per il voltafaccia sul caso Englaro. E avanti così, con le secche prese di posizione di Eugenia Rocella, Viviana Beccalossi, Carlo Giovanardi e di tutti coloro che non hanno gradito l'attacco di Bondi che, da par suo, si unisce al coro  - quello sì, quasi unanime - di chi dice che "l'unico candidato è Berlusconi".  Non solo etica Ma come scrive il vicedirettore Fausto Carioti su Libero in edicola oggi, venerdì 30 novembre, dietro lo scontro c'è più della questione etica. "La verità è che ci vogliono cacciare via. Agiscono per ordine di Berlusconi, gli ha detto lui di colpirci usando questi temi come presto". Il gruppo di pidiellini che immaginavano un futuro lontano dal Cavaliere è ampio, eppure si sente assesiato. Ex berlusconiani e magari, tra breve, anche ex alfaniani, se il leader su cui avevano puntato accetterà la candidatura a premier del fondatore: che faranno Maurizio Sacconi, Gaetano Quaglieriello, Carlo Giovanardio, Roberto Formigoni e gli altri finiti al di là della linea di demarcazione tracciata ieri? Leggi l'approfondimento di Fausto Carioti su Libero in edicola venerdì 30 novembre 

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