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Renzi incontra i sindacati: promesse e punzecchiature

Nicoletta Orlandi Posti
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È durato un'ora e tre quarti l'incontro tra Matteo Renzi e i sindacati sul jobs act. Un incontro a porte chiuse che, a detta del premier, è stato soddisfacente: le parti sociali, secondo quando riferito dal Presidente del Consiglio, avrebbero trovato "sorprendenti punti di intesa" sulla strategia del Governo, che prevede soldi per gli ammortizzatori sociali, aiuto al ceto medio, e centralità alla questione del lavoro. Di tutt'altro tenore le dichiarazioni di Susanna Camusso, che in conferenza stampa dopo il vertice, ha liquidato la cosa sostenendo che la Cgil conferma il "giudizio negativo del modo in cui si sta ponendo l'intervento sul lavoro" e conferma "la necessità della manifestazione del 25 ottobre". Secondo Camusso, Renzi avrebbe ripetuto cose "che non determinano un cambiamento della valutazione che la Cgil" sulle scelte fatte e sul jobs act. Si registra solo "una disponibilità del premier a discutere del tema della rappresentanza ma per tutto il resto - ha sottolineato - non abbiamo registrato una disponibilità". Camusso ha ribadito il totale dissenso sulle modifiche all'art.18. Eppure Renzi ha promesso che nel maxiemendamento al Jobs act verranno accolti alcuni emendamenti presentati dalla minoranza Pd. "Sono emendamenti condivisibili che mi sono stati suggeriti dal mio partito in particolare dalla parte che non sta con me", avrebbe detto Renzi che ha comunque fissato un nuovo vertice con Cgil, Cisl Uil e Ugl il 27 ottobre prossimo per discutere della legge di stabilità alla presenza del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. I sindacati dovrebbero incotnrare successivamente anche il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Cisl e Uil soddisfatti - Da parte sua Anna Maria Furlan, segretario generale aggiunto di Cisl, ha parlato di "svolta nel rapporto tra governo e sindacati". "Abbiamo riscontrato una disponibilità al confronto: avere la certezza che sui temi di lavoro, contrattazione e rappresentanza si dialoga con il sindacato lo vediamo come valore aggiunto". E questo soprattutto per quanto riguarda l'articolo 18 perché "dai fatti discriminatori ora si parla anche di fatti disciplinari". Soddisfatto anche il leader Uil, Luigi Angeletti: "Oggi Renzi ha fatto una scelta simbolicamente diversa in discontinuità con quella dei mesi precedenti.La valutazione è che forse, siamo in presenza di un cambiamento, di un atteggiamento del governo diverso verso le forze sociali", ha detto in conferenza stampa. Parole alle quali ha ribattuto la Camusso: "Oggi nessuno può dire che si è riaperta la stagione della concertazione» tra governo e sindacati". "Non c'è stato nessun passo avanti - ha spiegato - e la scelta fatta dal Governo di porre la fiducia radicalizza ancor di più il fatto che non c'è un confronto con le parti sociali". Per Camusso, il presidente del Consiglio con il suo atteggiamento ha ribadito che "delle materie del lavoro se ne occupa il Governo senza confronto. Ascolta, al massimo, ma poi decide unilateralmente". Le punzecchiature di Matteo - Renzi nel suo intervento ha assicurato di non voler dividere il sindacato: "Il sindacato fa il sindacato, in questa crisi però vi sono responsabilità anche di chi rappresenta il mondo del lavoro", è il succo del suo ragionamento durante il quale non ha rinunciato e qualche 'punzecchiatura'. È stato, infatti, lui a far notare dei sorprendenti punti di intesa con i sindacati sull'impostazione del governo, cosa per cui, secondo il premier, Camusso e soci potrebbero anche essere a disagio. Renzi ha parlato di una impostazione innovativa, centrata su soldi agli ammortizzatori sociali, aiuto al ceto medio, questione lavoro centrale. I punti chiave per il premier sono che sul tempo indeterminato vanno trovate formule per incentivarlo. Ma il premier ha parlato anche di evasione fiscale, che va combattuta non con gli show ma attraverso l'incrocio delle banche dati. Renzi ha poi rivendicato il fatto che il più grande rinnovo contrattuale in Italia lo ha fatto il governo con gli 80 euro, non ha nascosto tutta la sua preoccupazione per Terni, assicurando l'impegno perché è fondamentale che il forno rimanga acceso e siano scongiurati i 550 esuberi. Poi, una replica alla Camusso perché per Renzi è demenziale che l'articolo 18 non lo abbiano sindacati e partiti politici. Infine, Renzi ha ribadito a proposito della riforma del lavoro che se il modello spagnolo si basa sulla riduzione dei salari il governo vuole fare l'opposto, l'orgoglio per aver rimesso al centro del dibattito Ue la crescita e la questione Tfr. "Se non è un problema per le piccole e medie imprese, ci piacerebbe farlo", ha detto dando appuntamento al 27 ottobre, "dopo che i tre milioni verranno a manifestare a Roma", ha ironizzato.

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