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Monti, incontro con il Papa sabato 16 febbraio

Monti e Ratzinger

Andrea Tempestini
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Non solo il cagnetto Empy, adottato in diretta da Daria Bignardi. Non soltanto "l'ottimismo" ("senza di me i giovani o emigreranno o diventeranno delinquenti") e gli insulti agli avversari politici. Nella campagna elettorale dei colpi bassi, Mario Monti si gioca l'ultima carta che fa storcere il naso: il Papa dimissionario. L'annuncio è arrivato dal portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi: Benedetto XVI sabato pomeriggio inconterà il Professore, mentre il sabato successivo, cinque giorni prima di lasciare il Soglio, riceverà anche Giorgio Napolitano. La "carta papale" - I fari, però, sono tutti puntati su Monti perché, fino a prova contraria, il Presidente della Repubblica non è in corsa alle prossime elezioni. Certo, l'incontro verrà giustificato con la carica di premier che Monti ancora di fatto ricopre. Eppure è difficile non scorgere la scorrettezza del gesto. Nello scacchiere politico, le fotografie al fianco di Joseph Ratzinger sette giorni prima del voto (e pochi giorni dopo la notizia planetaria delle dimissioni) rischiano di cambiare gli equilibri e spostare il voto dei cattolici, contesissimo dalla coalizione di centrodestra e da quella dei "centrini" di Mario Monti. Il Papa - sotto i riflettori di tutto il mondo e soprattutto di tutta Italia - riceverà Monti, non gli altri leader. Fare di questo "ricevimento" una questione di par condicio sarà pur sconveniente, ma è logico e necessario. Tanto da far insinuare il dubbio che Monti e gli ambienti ecclesiastici a lui vicini si siano giocati la "carta papale".

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