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Di Maio boom a quanto è da RenziE quanto valgono gli altri leader

Lucia Esposito
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Il sondaggista Nando Pagnoncelli fotografa per il Corriere della Sera  il gradimento del governo, dei leader e della politica. Una sorta di bilancio di fine d'anno che per Renzi è decisamente drammatico.  La luna di miele dell'autunno del 2014 sembra ormai un ricordo lontanissimo. Colpa della persistente recessione. Dal 43 al 44% dei tempi d'oro si è passati al 34% di fine luglio dopo il Job Act e l'Italicum. A dicembre il consenso di ferma al 39% dopo aver toccato nel mese di novembre nuovamente il 40%.  E' ancora presto, spiega il sondaggista, capire e calcolare l'impatto che la vicenda Banca Etruria avrà sul governo: la reazione dell'elettorato di fronte al caso che ha coinvolto il ministro Maria Elena Boschi si ripercuoterà sulle prossime rilevazioni.  La fiducia in Renzi è andata di fatto di pari passo con quella nel governo. Il premier mantiene il primo posto nei primi mesi dell'anno ma poi nel mese di maggio viene raggiunto da Matteo Salvini che tocca il 37% ma a fine anno ecco che alle sue spalle si concretizza un altro nemico molto insidioso:  Luigi Di Maio che schizza al 36%. Negli ultimi cinque mesi, invece, il leader leghista perde e scivola al 32% bloccato dalla sua difficoltà ad espandersi al Sud e a conquistare tutto l'elettorato di centrodestra. Al quarto posto si colloca Giorgia Meloni al 31% in crescita di tre punti rispetto a gennaio seguita da Beppe Grillo (28%) in aumento di sei punti da inizio anno. La fiducia in Silvio Berlusconi non ha visto scossoni durante il 2015 e si è sostanzialmente attestata tra il 23% e il 21%.  In calo Nichi Vendola che dal 20% di gennaio passo al 14% di novembre con una ripresa a dicembre al 16%. Perde consensi anche Angelino Alfano – per le polemiche sul tema dell'immigrazione – e passa del 21% di gennaio al 13% di novembre.

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