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Cassazione: i processi di Berlusconi restano a Milano

Berlusconi nel mirino: visto da Benny

Arriva il "niet" delle toghe: i procedimenti Ruby e Mediaset non vanno a Brescia. Entrata a gamba tesa contro il "processo di pacificazione"

Andrea Tempestini
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Arriva il "niet" della Corte di Cassazione: i processi di Silvio Berlusconi restano a Milano. Le toghe rifiutano di spostare i procedimenti Ruby e Mediaset a Brescia. La decisione della sesta sezione penale di Cassazione è un'entrata a gamba tesa nel "processo di pacificazione" in corso, mirato a favorire il clima di collaborazione tra Pd e Pdl nel governo Letta, quelle larghe intese con Pd e Pdl che già nella loro prima settimana di vita hanno dimostrato tutta la loro fragilità. La decisione è arrivata dopo un'ora e mezza di camera di Consiglio, svolta a porte chiuse. Presenti in aula i difensori di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Pietro Longo, che hanno ribadito la richiesta di trasferimento dei due procedimenti per "legittimo sospetto". I due casi restano in mano alla "premiata ditta" Bruti Liberati-Ilda Boccassini. Piero Longo ha subito fatto sapere che chiederà di sospendere il processo d'appello Mediaset in attesa della decisione della Consulta sul conflitto legato al legittimo impedimento del premier. I procedimenti - L'ex premier aveva chiesto alla Cassazione di essere sentito, ma il 18 aprile scorso, con un'ordinanza interlocutoria, i giudici della Suprema Corte avevano respinto la richiesta sottolineando che l'audizione di un imputato è possibile sontanto in processi in materia di estradizione. I procedimenti Ruby e Mediaset, che erano stati sospesi in attesa della decisione della Cassazione, potranno proseguire davanti ai magistrati di Milano. Nel processo Mediaset il Cav è stato condannato in primo grado a quattro anni con l'interdizione dai Pubblici uffici per cinque anni (il processo è in fase d'appello; il reato contestato è quello di frode fiscale). Nel processo Ruby, fermo al primo grado, Berlusconi è accusato di concussione e prostituzione minorile. Il processo Mediaset riprenderà l'8 maggio, mentre l'udienza su Ruby proseguirà il 13 maggio.  Il commento di Berlusconi - E nel giorno delle nuove polemiche sui suoi processi, lo stesso Berlusconi lega la vicenda al ricordo di Giulio Andreotti, morto a Roma a 94 anni. "Leader tra i più autorevoli della Democrazia cristiana, ha saputo difendere la democrazia e la libertà in Italia in anni difficili, sia in quelli della contrapposizione tra cattolici moderati e comunisti, sia in quelli in cui la Dc diede un contributo decisivo, di vite umane e di valori, per la sconfitta del terrorismo brigatista - afferma il Cavaliere in una nota -. Contro la sua persona, la sinistra - aggiunge il leader del Pdl, con un richiamo autobiografico all'attualità - ha sperimentato una forma di lotta indegna di un Paese civile, basata sulla demonizzazione dell'avversario e sulla persecuzione giudiziaria: un calvario che Andreotti ha superato con dignità e compostezza, uscendone vincitore. Quello usato contro di lui è un metodo che conosciamo bene, perché la sinistra dell'odio e dell'invidia ha continuato a metterlo in campo anche contro l'avversario che non riusciva a battere nelle urne". 

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