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Napolitano scarica De MagistrisAnnullata la visita a Napoli

Il debito comunale alle stelle, le inchieste giudiziarie come quella sull'America's Cup: il Capo dello Stato preferisce girare al largo

Sebastiano Solano
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Non c'è pace per Luigi De Magistris. Politicamente, è ormai considerato un appestato, politico da cui tenersi alla larga. Nemmeno Ignazio Marino, che pure rappresenta l'ala vendoliana del Pd, lo ha voluto nella parata sindaci che chiuderà la sua campagna elettorale. Ci sono tutti, ma proprio tutti gli amministratori locali di punta del Pd: Debora Serrachiani, Giuliano Pisapia, Luca Zingaretti, Massimo Zedda. Lui, De Magistris, invece no.D'altronde, come potrebbe essere altrimenti: oltre a qualche manifestazione-spot, come le regate di Coppa America o la cittadinanza ad Abu Mazen o ancora il concerto di Bruce Springsteen, il suo mandato non rimarrà di certo nella memoria dei napoletani come esempio di buona amministrazione. Basti pensare al mai risolto problemi dei rifiuti, o a quello del traffico e delle buche stradali, senza contare l'altro buco, che però è una voragine: quello del bilancio comunale.  Bidonato da Napolitano - Sono questi i motivi per cui, come rivela Il Giornale, è stato scaricato persino dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. I due avrebbero dovuto partecipare insieme ad una serie di inaugurazioni nel capoluogo campano, ma questioni d'opportunità politica hanno fatto imprimere al capo dello Stato la retromarcia: "Non possiamo andare a Napoli mentre stanno per portare i libri in tribunale, è il ragionamento del Colle. E comunque, i due non hanno mai legato. Anzi. Come non ricordare le prese di posizione a favore di Antonio Ingroia e dei pm di Palermo nella vicenda della presunta trattativa Stato-mafia, o il recente endorsement a Stefano Rodotà nelle convulse giornate che hanno portato alla rielezione di Napolitano al Quirinale. Per non parlare delle recenti vicende giudiziarie che hanno colpito alcuni uomini vicini alla giunta arancione di De Magistris, tra cui il fratello Claudio. E' troppo, anche per Napolitano.

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