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Mediaset, Epifani: "La sentenza va rispettata"

Guglielmo Epifani

Il segretario invita alla calma e aggiunge: "Le sentenze si rispettano". Poi ecco la frase sibillina: "Valuteremo le mosse degli azzurri..."

Ignazio Stagno
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Il Pd ora è alla prova del nove. Dopo la conferma della Cassazione della sentenza di appello che condanna Silvio Berlusconi a quattro anni di reclusione (uno ancora da scontare; congelata invece l'interdizione), i democratici devono decidere se appoggiare ancora il governo di larghe intese, oppure innescare un terremoto politico sfruttando la condanna dell'ex premier. Il primo a parlare è il segretario, Guglielmo Epifani, che invita alla calma e con cautela afferma: "Per quanto ci riguarda, questa sentenza va non solo come è naturale rispettata, ma va eseguita e resa applicabile". Poi passa la palla a Berlusconi stesso, e prova a scaricare sul Pdl le responsabilità sulla tenuta del governo e della maggioranza: "Valuteremo in base alle reazioni del Pdl. Chiedo agli alleati di governo di essere rispettosi nei confronti della magistratura quanto più possibile".  E la reazione del Pdl alle parole di Epifani non si fa attendere: "Epifani porti rispetto della storia politica del Pdl, dei milioni di italiani che ci hanno votato e del suo leader Silvio Berlusconi, condannato ingiustamente a 4 anni" replicano congiuntamente i capigruppo del Pdl al Senato e alla Camera, Renato Schifani e Renato Brunetta. Intanto i falchi del Pd riprendono coraggio. "Il Pd deve prendere atto di questa situazione oggettivamente molto grave impresentabile: non si può avere a che fare con un leader condannato a 4 anni, non sarebbe consentito in nessuna parte del mondo e in altre parti del mondo non si sarebbe nemmeno arrivati al terzo grado. Penso che il Pd dovrà riunire i suoi organi principali, fare le valutazioni e votare che linea seguire", ha affermato Felice Casson.  Vendola vuole la testa di Letta - "Quattro anni di carcere per frode fiscale sono una condanna definitiva con il sigillo della Corte di Cassazione. Siamo di fronte alla prova provata della caduta di autorevolezza di una intera classe dirigente” ha detto Nichi Vendola, secondo cui “l'abbiamo chiamata questione morale ed essa torna ad esplodere in maniera dirompente”. Vendola, però, alla luce della sentenza ha fatto anche una valutazione politica sull'alleanza del Pdl con il Pd. Il governatore pugliese vuole la testa di Letta e di Berlusconi: “Credo che sia necessario trarre delle conseguenze: non è possibile immaginare che il Pd permanga nella condizione di alleato del partito di Silvio Berlusconi” ha detto, sottolineando che “non è possibile immaginare che il Cavaliere rimanga al centro della scena politica. Credo che grandi cambiamenti siano necessari per dare una risposta alla crisi morale del paese”. (I.S)  

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