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Il ritratto della "zarina": figli, privacy, barca a vela. E anche la politica?

Marina Berlusconi

Donna più potente d'Italia per "Forbes", è la Berlusconi che per indole assomiglia di più a Silvio. Guida un impero da 20mila occupati ma il bene più grande è la famiglia

Andrea Tempestini
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Per ora si sprecano gli aggettivi e i ritratti: da chi, come Forbes, la definisce come «la donna più potente d'Italia», passando per l'Espresso, che l'ha soprannominata la «zarina». Ma anche la  “Pitonessa in capo” o la “Regina delle Amazzoni”.  Marina resta in attesa, ma ha già mostrato di essere tenace come il padre. E di aver imparato la lezione, con tanto di attacchi alla magistratura, quando negli scorsi mesi spiegò come papà  fosse vittima di una persecuzione giudiziaria. Lo slogan che si ripete da giorni in casa azzurra, dopo la condanna definitiva di Silvio Berlusconi. Al Cavaliere assomiglia molto: per iperattività, per  temperamento, per volontà di ferro. Non c'è da stupirsi quindi se la più grande del clan Berlusconi corre in aiuto del padre con un ardore da militare. In due riprese, questo autunno, lo ha difeso a spada tratta denunciando il clima da «caccia all'uomo» e «linciaggio sistematico» di cui sarebbe vittima. «Tutto questo mi ha permesso di misurare, come figlia, le qualità umane di mio padre, un uomo incapace di portare rancore», ha detto. E ancora, all' indomani della decisione del Tribunale civile di Milano che di fatto ha condannato la Fininvest di famiglia, a pagare un maxi-risarcimento a Carlo De Benedetti: «Una sentenza a favore dell'editore la cui missione è quella di distruggere il presidente del Consiglio con qualsiasi mezzo. Uno scandalo giuridico. Sono indignata». A 46 anni, Marina è classificata come la donna più potente in Italia dalla rivista americana Forbes. Appare nella classifica mondiale del potere femminile davanti a Hillary Clinton a Michelle Obama e, soprattutto Angela Merkel. Chissà che cosa avrebbero da dirsi incontrandosi a un vertice internazionale dopo lo sgarbo a papà di cui al G8 di Cannes furono protagonisti la Cancelliera e Sarkozy? Marina non ha il classico profilo di una donna d'affari, nonostante il soprannome “Zarina” affibbiatole dall'Espresso. Presidente della Fininvest, la holding di famiglia, è a capo di un impero da 6 miliardi di euro di fatturato, con un peso di capitale del 39% in Mediaset, la rete televisiva guidata da suo fratello Piersilvio, del 35 % in Mediolanum, del 100% nel Milan, una significativa presenza in Mediobanca e il 51% nella casa  Mondadori, della quale è anche presidente.  Silvio Berlusconi descrive sua figlia «fragile all'apparenza, ma con un carattere di ferro. La mancanza di titoli accademici non è un problema perchè i suoi meriti li ha guadagnati sul campo lavorando all'interno del gruppo, con una tesi sulla gestione della Fininvest». Ci tiene a sottolineare che sono stati lei e il fratello a convincere il padre a non vendere le reti televisive a Rupert Murdoch. Il Cavaliere era consapevole della difficoltà che avrebbe incontrato nel mantenere la sua attività, quando divenne presidente del Consiglio: «Ho valutato i rischi che questo avrebbe comportato per il mio gruppo. Non ci hanno pensato per un momento di vendere, né l'uno né l'altro. Il gruppo appartiene ora ai miei figli». E ai critici, Marina manda a dire: «Abbiamo investito 17 miliardi e versato 7 miliardi di imposte e contributi in tredici anni. Diamo lavoro a 20.000 persone. Nella nostra situazione sarebbe stato più facile cedere alla tentazione e passare all' incasso». La sua vita privata è uno spazio gelosamente custodito in cui c'è posto solo per il marito Maurizio Vanadia, ex primo ballerino del Teatro alla Scala di Milano. Dalla loro unione sono nati due figli, Gabriele (11 anni) e Silvio (8 anni). Nessun domestico permanente nella grande casa  di Milano. Per le vacanze, la famiglia si trasferisce nella tenuta in Provenza, vicino a Valbonne, o in mare sul Besame (la sua barca a vela). Con i fratelli non sempre le cose sono andate lisce. Per esempio la rivalità con Barbara che vuole occuparsi della Mondadori sottraendola alla sorella maggiore. Una richiesta che il padre non potrà non tenere in conto visto che sarà chiamato in giudizio per la divisione del patrimonio per effetto del divorzio. «A oggi non c'è nessuna lotta. E, se mio padre è uomo giusto ed equo, non ce ne saranno nemmeno in futuro», aveva affermato Barbara. Due caratteri di ferro lei e Marina. Tale padre, tali figlie. I dubbi su Marina come leader politico però non mancano. Soprattutto di carattere «istituzionale» e «situazionale», come spiega il Corriere. Dai destini dell'azienda alla questione del conflitto d'interessi, che non verrebbe risolto se la (ri)nascente Forza Italia decidesse di puntare tutto sulla primogenita del Cavaliere. Anche perché, «la sentenza della Cassazione riguarda l'azienda, cioè Mediaset», si legge. L'altra faccia della medaglia resta l'appeal in termini elettorali che la “zarina” potrebbe portare con sé. Il segreto? Quello stesso cognome pesante, al quale il centrodestra italiano rischia di restare legato ancora per molto tempo. di Nino Sunseri

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