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Il problema di Napolitanoadesso è il Pdvuole far saltare il tavolo

Lucia Esposito
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Nonostante nella sua nota il presidente Giorgio Napolitano abbia sottolinato l'importanza di tenere in piedi il governo delle larghe intese, nel Pd sono molti che pensano di far saltare il tavolo tanto che in questo momento il vero problema di Re Giorgio non è tanto Silvio Berlusconi quanto i malpancisti democratici. Quelli che non hanno nessuna intenzione di fare un passo indietro rispetto alla decadenza di Berlusconi e che in giunta al Senato sono pronti a far fuori Silvio. Quel passaggio sull'impossibilità dello scioglimento anticipato delle Camere definito dal Presidente della Repubblica "Un'ipotesi arbitraria e impraticabile" non è piaciuto affatto a quella parte della sinistra che vorrebbe sfruttare politicamente la situazione giudiziaria di Berlusconi per liberarsi del governo delle larghe intese. Loro sono delusi dall'apertura dell'ex compagno Napolitano verso Silvio. Speravano in un colpo di grazia al Cav, invece Napolitano non esclude la grazia. Come scrive Claudio Cerasa in un'analisi sul Foglio, "la gauche democratica ma non napolitaniana argomenta la sua valutazione più o meno con questa tesi: Napolitano è il presidente che ci ha impedito di andare alle elezioni nel 2011, che ci ha costretti ad appoggiare il governo Monti, che ci ha impedito di battere facilmente alle elezioni nel 2011 Berlusconi, che ci ha obbligato a sostenere l'austerity della grande coalizione, che ha permesso a Berlusconi di risorgere, che non ci ha fatto fare il governo di cambiamento, che ci ha costretto ad allearci con il Pdl e che probabilmente ci costringerà a sostenere ancora a lungo un governo come quello di Letta che alla lunga rischia di spappolare il nostro partito". Insomma, la strigliata al Cav c'è stata ma non così forte come sperava qualcuno (leggi il pezzo di Brunella Bolloli su Libero in edicola il 14 agosto)   Le tante anime dem - A dettare la linea è il segretario del Pd Guglielmo Epifani, per lui quella di Napolitano è "una dichiarazione opportuna vista le pressioni che si sono create anche indebitamente". Poi il segretario sottolinea: "E' chiara nei suoi termini sia per le preoccupazioni di un'eventuale crisi di governo che per il profilo istituzionale con cui affronta temi delicati come quelli che sono in discussione in queste settimane". Ma se nell'area filogovernativa non nasconde l'entusiasmo per le parole di Napolitano non viene nascosto (Francesco Boccia, dice entusiasta: Il Capo dello Stato si conferma custode della Costituzione), Pippo Civati non ha dubbi: "Si tratta di un discroso che serve a salvare la sua creatura, le larghe intese, il governo Letta".  sU twitter Corradino Mineo tira le somme: "Ecco quello che capisco della nota del Quirinale 'Vorrei ma non posso". Essenziale il ruolo politico di B. ma le sentenze di rispettano". L'ex magistrato Felice Casson, componente della Giunta delle immunità di Palazzo Madama, sale sulle barricate: "Rispetto il Colle, ma credo che manchino i presupposti giuridici e di fatto per la grazia a Berlusconi. Ci sono vari procedimenti penali aperti anche per reati gravi. Quandi in tervenite in questa situazione vanificherebbe la natura stessa dell'istituto". 

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