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Non solo grazia: con la commutazionel'interdizione decadrebbe

La misura, prevista dall'articolo 87 della Costituzione, trasformerebbe la pena in una sanzione pecuniaria

Matteo Legnani
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Non c'è solo la grazia. Lo strumento che potrebbe garantire l'agibilità politica a Silvio Berlusconi, evitando al tempo stesso a Giorgio Napolitano di surriscaldare i rapporti tra il Quirinale e i 5 Stelle e una parte del Pd in caso di "perdono" del Cavaliere, si chiama "commutazione della pena". Lo consente l'articolo 87 della Costituzione, dove è stabilitp che "il presidente della Repubblica può concedere grazia e commutare le pene". Come avvenuto nel dicembre 2012 per il il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti, la cui condanna a quattordici mesi di reclusione era stata commutata in una sanzione pecuniaria da 15.532 euro. L'atto di clemenza, come ha ricordato lo stesso Napolitano, deve essere richiesto dal condannato. Per l'avvocato Raffaele Della Valle, ex parlamentare di Forza Italia, "se il capo dello Stato commutasse la pena, l'interdizione decadrebbe" e "non diventerebbe operativa neppure la legge Severino".

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